Pensierino elettorale
(Nemo) – In un paese in cui si dice, parlando, “mi raccomando…” ogni tre frasi, nessuno stupore che persino le nomine degli scrutatori siano pilotate e spartite. Da una commissione che è, del resto, espressione politica, che ti aspetti? Vuole cambiare le cose il sindaco dell’Aquila Cialente, che tuona: “Adesso basta raccomandazioni, si scelga per sorteggio tra coloro che hanno diritto”. Pensiamo: un soprassalto, magari un po’ tardivo.
Per decenni, forse dall’alba della Repubblica, a fare gli scrutatori sono andati quasi sempre gli stessi, e porte chiuse per chi provava a fare domanda. Senza fare nomi, ma potremmo farne, marito, moglie e cognato (una famiglia intera, aquilana) si faceva tutte le elezioni, nominata in un seggio nel paese adriatico in cui quella brava gente aveva (ed ha forse ancora) una casa al mare. Era la prassi. Per parecchi giorni niente ufficio, bei soldini in contanti per l’impegno al seggio, e niente spese. Un affarone. Chi sa se oggi è ancora così… pensiamo proprio di sì. Brutto vizio, pensare. Ti fai il sangue amaro.
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