Liste? Fulmini e saette fuori tempo
La politica scaglia fulmini e saette, specie a Pescara, più mosciamente anche a L’Aquila, contro chi ha composto le liste. Le risse da pollaio avvengono specialmente nel PdL, dopo essersi verificate nell’UDC. Rampogne e invettive fuori tempo massimo, che non producono assolutamente nulla. Andrebbero evitate per il bene dei partiti interessati, ma se non lo capiscono, peggio per loro. Le insurrezioni sono utili quando possono produrre un risultato: anzi, spesso sono auspicabili. Se il PdL aquilano è risultato incapace di snocciolare un candidato, e se a Pescara manca un candidato che rappresenti la città , è solo colpa del partito che localmente non ha saputo gridare abbastanza. Sta di fatto che i berlusconiani trascurano il capoluogo di regione e la città più grande della regione, il che suona stonato e appare una scelta piuttosto fuori di senno.
Ma, notoriamente, chi è causa del proprio male, deve piangere solo se stesso e non scaricare barili, accusare gli altri, starnazzare addossando a destra e a manca insufficienze che sono proprie solamente dei centri decisionali. I quali debbono obbedire ad una base, se esiste. Insomma, tutto sbagliato. Se Berlusconi riuscirà nonostante tutto questo ad affermarsi un’altra volta, nelle due città , vorrà dire che è invincibile. In questo caso non c’è Ruby che tenga: sarà stato bravissimo. Non solo nelle scelte delle sue compagnie femminili, sovente davvero notevoli.
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