Case, burocrati ciechi o solo stupidi?
L’Aquila – La burocrazia, anche quella di elite che per tanti versi i terremotati debbono ringraziare, qualche volta sembra cieca, oppure semplicemente stupida? Un lettore ci scrive raccontandoci una storia che appare incredibile, invece è solo vera e forse una tra tante di quelle che stanno avvenendo con l’assegnazione delle case. Ecco la lettera: “Salve,
mi chiamo Giuseppe Dell’Orso e vorrei raccontarvi quello che sta accadendo in una delle tendopoli dell’ Aquila, dove, a differenza di quanto raccontano Berlusconi, Vespa e Bertolaso vivono ancora tante persone. Purtroppo tra di loro ci sono anche mia madre Felicetta (79 anni) e mio padre Vincenzo (85 anni). Due giorni fa sono state pubblicate le graduatorie per l’assegnazione delle casette e loro sono stati esclusi (inseriti nel listone delle persone in attesa di collocazione, termine che non mi piace proprio per niente). sono stati esclusi perché il loro nucleo familiare è composto solo da due persone ( e temo che pur provandoci sia difficile per loro aver un altro figlio, adottarlo ancora meno) e quindi sono costretti ad affrontare sotto una tenda l’imminente inverno aquilano (e proprio ora mentre scrivo si sta abbattendo un violento temporale, mentre mia madre è sulla branda con la febbre) Ieri hanno provato a protestare (anche piuttosto vivacemente) , a far valere i loro diritti, a cercare di sapere cosa li aspetta e sapete quale è stata la conseguenza? il capocampo ed alcune psicologhe hanno convocato me e mia sorella per comunicarci che nostra madre ha “seri problemi mentali” che devono essere approfonditi. Ma vi rendete conto? Lasciano due anziani sotto una tenda e li prendono anche per matti! Che vergogna! Che paese incivile! Certamente voi vi chiederete perchè noi figli non ci occupiamo di loro? La risposta è semplice: anche le nostre case sono al momento inagibili ed oltretutto dal momento che il signore di Arcore ha promesso una casa per tutti e va anche in giro a raccontare che tutti hanno già avuto la casetta mia madre, giustamente, pretende che una venga assegnata anche a lei. Grazie per l’attenzione”.
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