…in poche parole
(di Don Luigi Maria Epicoco) “Se vuoi, puoi”. Una professione di fede bellissima che questo lebbroso fa nel racconto del Vangelo di oggi. Ma è ancora più bella la maniera che Gesù ha di guarirlo: lo tocca! Tocca la lebbra di quest’uomo, lo tocca nella sua malattia. Non lo guarisce e basta, ma lo guarisce toccandolo. E’ il gesto di chi ama in maniera totale, senza paura di contagio. Noi solitamente agli altri quando decidiamo di aiutarli stiamo sempre attenti a non contagiarci con la loro storia, ce ne teniamo a distanza di sicurezza. Ad un povero sappiamo dare un panino distribuito con i guanti in lattice, ma non sappiamo abbracciarlo, o anche soltando guardarlo negli occhi. Gesù ci insegna che il primo vero miracolo non è la guarigione, ma la compromissione con chi ci sta di fornte. Quell’uomo scansato da tutti, prima di essere guarito si sente innanzitutto considerato, accolto, amato. Toccare è un verbo cristiano molto importante, più importante di guarire. Noi non possiamo guarire tutti ma tutti però possiamo “toccarli”, cioè tutti possiamo accoglierli, considerarli, amarli. (Tracce di Parola 17.1.13) luigimariaepicoco@gmail.com
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