Una donna sindaco, sensibile intelligenza
L’Aquila – (Intervista di Silvio Graziosi del 15 gennaio 1992) – A metà dicembre 2012 è deceduta Marisa Baldoni (foto). Avvocato, con una forte passione politica, responsabile della Segreteria particolare dell’On. Lorenzo Natali, che è stato più volte Ministro della Repubblica e vice Presidente vicario del Consiglio della CEE. Marisa Baldoni ha ricoperto l’incarico di primo cittadino della Città di L’Aquila dal 13 gennaio 1992 al 29 febbraio 1993 con una Giunta formata da esponenti dell’ex pentapartito: democristiani (il suo Partito), socialisti, socialdemocratici, liberali e un indipendente repubblicano.
La città ha espresso commozione e dolore per la morte di Marisa Baldoni. Donna sensibile, dai molteplici interessi culturali e artistici, amante della natura. Si è distinta nell’espletamento di delicatissimi incarichi.
Il 15 gennaio 1992, il giorno successivo al suo insediamento a Palazzo Margherita, Silvio Graziosi realizzò, in esclusiva per “Regione Abruzzo”, la rivista del Consiglio regionale da lui diretta, una intervista a Marisa Baldoni, prima donna sindaco del Capoluogo. Quella intervista, grazie alla disponibilità del nostro collega che l’ha conservata, insieme ad altre, viene qui riproposta per una riflessione sui temi di attualità che furono toccati, allora per allora. Ma anche per oggi. Con respiro non solo locale ma provinciale e regionale.
Subito dopo la Sua nomina a Sindaco di L’Aquila. Il primo pensiero.
A mio padre, e a Lorenzo Natali.
Il fiore più bello che Le è arrivato
Sono stati tanti. Io amo i fiori incondizionatamente. Per cui non so dire quale sia stato il più bello. Traggo una considerazione: il fiore è di per sé l’omaggio più bello che si possa fare ad una donna, anche se questa volta, per me, ha una caratura in più
Chi è la donna diventata Sindaco di questa Città?
Una donna lontana dalle attività tradizionali, impegnata in politica, nell’amministrazione e nella guida di un Comune,
La prima telefonata, ieri.
E’ stata quella di Paola Natali. Mi ha commosso in maniera irrefrenabile perché durante la giornata mi viene da rivolgere il pensiero grato all’impareggiabile maestro della mia vita politica.
La prima visita del neo sindaco?
Ho fatto subito visita dal Presidente della Giunta regionale. Poi, a seguire, sono venute quelle istituzionali. Si sono succeduti impegni che hanno ritardato la visita a mia madre, che è degente in ospedale. L’ho potuta raggiungere soltanto nel tardo pomeriggio.
E’ andata pure al Cimitero.
Ho ritenuto doveroso portare il mio omaggio ai giovani nove martiri aquilani, trucidati dalla barbarie nazista. Poiché anche le famiglie di quei giovani avevano in qualche modo lamentato l’incuria e l’abbandono di quel mausoleo, ho voluto rinnovare la più grande considerazione e il più grande onore alla memoria di quei giovani concittadini che, nel fiore degli anni, contribuirono, con il sacrificio della loro vita, a rendere più solidi e più validi i legami della Resistenza vissuta e combattuta per conquistare la libertà.
Si fa rilevare che il tredicesimo sindaco di L’Aquila è una donna. Superstiziosa?
Nella mia famiglia c’è un particolare che mi riguarda. Tutti dicevano che ero nata il 17 gennaio. Dai dati anagrafici risulta che la mia data di nascita è il 18 gennaio. Ma il 17 gennaio non mi ha assolutamente portato sfortuna, ritengo che la stessa cosa varrà per il numero 13 nella scala dei sindaci.
L’opposizione in Consiglio comunale ha detto: con Marisa Baldoni il ….regno del sindaco suo predecessore, Enzo Lombardi, continua, ecc. ecc.
Secondo me l’opposizione ha perso, nell’ultimo Consiglio comunale, una buona occasione per migliorare, o per emendare, l’atteggiamento sino ad oggi praticato. Il costante ricorso allo scandalismo, alla cultura del sospetto, al non riconoscimento dell’impegno che Lombardi, innegabilmente e concretamente, ha profuso per contribuire alla crescita dell’Aquila, non può pedissequamente e ripetitivamente costituire il cavallo di battaglia dell’opposizione.
Come capogruppo della maggioranza, ha mai provato ad ammorbidire i rapporti con la minoranza?
Ho purtroppo constatato che anche gli atteggiamenti più distensivi, se non collaborativi, che ho cercato di rivolgere alla minoranza consiliare su problemi di grande rilevanza per il Comune, non sono risultati validi per una riflessione più obiettiva da parte della stessa opposizione. Per di più, annunciando il voto negativo alla mia elezione, alcuni esponenti dell’opposizione hanno fatto ricorso anche a temi o a considerazioni, che poco attenevano a quella circostanza.
Da Sindaco, proverà a raggiungere qualche intesa?
Credo che continuerò a ricercare quello che può unirci e non a scavare incolmabili fratture. Però, con fermezza e con vigore, come già detto nel momento in cui salutavo la Città e ringraziavo i colleghi che mi hanno eletta, continuerò a lavorare per trovare delle intese ma anche per respingere, con grande decisione, azioni o comportamenti che mirano a creare ulteriore confusione.
Può essere più precisa?
Soprattutto combatterò la improduttiva cultura del sospetto, che viene scagliata su vari consiglieri o assessori ogni volta che c’è il Consiglio comunale. Privilegerò la ricerca di possibili intese sui problemi reali, siano essi di grande o di media portata e contenuto, purché utili per il cittadino.
Lei dice: il cittadino. Chi è quel cittadino?
Tutti noi. Ogni persona, perciò ogni cittadino, che vive nel territorio comunale e che, talvolta, ha avuto la sensazione non dico di essere dimenticato ma di non essere mai ascoltato, non tenuto nella dovuta considerazione, diciamo, neanche per i piccoli problemi. Il cittadino può e deve sapere quanto di grande e di concreto si intende fare per migliorare e per far crescere la nostra città. Però il cittadino deve essere tenuto al corrente anche delle minime ma essenziali esigenze del vivere quotidiano. Pensiamo al traffico, alla viabilità minore, all’illuminazione, all’inquinamento. Sono problemi che caratterizzano la vita quotidiana, per cui meritano,più diligente e più costante attenzione da parte dell’Amministrazione.
Se ne deduce che occorre una più puntuale informazione.
Vanno dati messaggi concreti e non solo enunciazioni. Occorre determinare un più largo coinvolgimento della popolazione interessandola corresponsabilmente, per ricavarne collaborazione attiva, per risolvere certi problemi che bisogna affrontare con urgenza. Voglio ricitare quello del traffico, un problema che non può essere affrontato, magari arbitrariamente, soltanto dall’Amministrazione. Perché la soluzione di questo atavico problema, legato alla conformazione del centro storico, ha bisogno della collaborazione, della consapevolezza e dell’accettazione del cittadino, della collettività con la quale bisogna avere un confronto franco e leale e costruttivo. Ecco perché ritengo urgente investire nell’intelligenza, instaurando una buona volta con la città un rapporto di grande apertura e di grande ascolto. In tal modo, io penso, il cittadino potrà vivere meglio l’istituzione municipale, sentendosi interprete delle sorti di L’Aquila al pari dei Consiglieri comunali..
Cosa intende quando dice che “occorre investire nell’intelligenza”?
Per unanime riconoscimento la nostra è una città che ha conseguito in questi ultimi anni una rigogliosa fioritura che ha uno spessore confrontabile solo con la grandiosa stagione di successi e di prosperità che aveva raggiunto nel Medio Evo. Tutto questo però non basta. Dobbiamo, cioè, investire nell’ intelligenza. cioè nel mondo della scienza, dell’economia, dell’arte e della cultura, in un mondo che è un laboratorio nel quale, coltivando la memoria storica, si inventa il futuro. La creatività degli artisti, le esplorazioni degli scienziati, il sapere degli studiosi e gli investimenti economici compongono il patrimonio più prezioso della società e particolarmente delle società abruzzese in trasformazione.
Le dispiace quando dicono di Lei “La Baldoni…”?
Mi dispiace quando “La Baldoni…” vorrebbe assurgere a livello dispregiativo. Avendo avuto la possibilità di vivere anche un po’ all’estero, oltre che a Roma, ho sempre sentito “La signora Baldoni”. Trovo sia questa una forma di grande correttezza e di rispetto nei rapporti tra persone. Sentir dire “La Baldoni…” forse è anche una espressione di cordialità. Ma non ne faccio assolutamente un problema.
Marisa Baldoni è una donna sensibile, ricca di interessi: musica, cinema, teatro ed altro. Dimentico qualcosa?
Manca il grande amore che nutro per la natura. Ascrivo, a mio merito, insieme a Paola Speranza, la vedova di Lorenzo Natali, a Luisa e Maria Marinucci, ad Anna Albano in Concordia e ad altre amiche e compagne di scuola, di aver creato le condizioni, dopo la guerra, per attivare in Abruzzo, il movimento scoutistico femminile. Collaborammo anche con Anna Spataro, figlia del compianto Ministro, che venne da Roma per pregarci di dare una mano al nascente scoutismo maschile.
Ha nostalgia di quei tempi?
Avevamo creato un piccolo gruppo di donne che operava assiduamente, scoprendo e vivendo le bellezze di tutte le zone circostanti L’Aquila. Impostammo i nostri programmi non soltanto sulle marce forzate ma soprattutto sulla scoperta della straordinaria bellezza della natura che ci circonda. La natura, oltre a provocare un impatto di estrema gradevolezza e gratificazione, oltre a far molto bene alla salute, è sempre motivo di conforto anche quando una persona si sente affaticata. Una bella passeggiata, la riscoperta di luoghi che si amano, che sono bellissimi e di cui il nostro territorio è superdotato, bastano per ritrovare anche un minimo di equilibrio.
La cosa più bella di L’Aquila
L’Aquila è bella. E’ straordinariamente bella. E’ tutta bella.
Ma è poi vero che gli aquilani sono così tanto antipatici. Pieni di difetti?
No. Hanno una testa, hanno un senso dell’ humour, hanno una capacità di espressione dialettale che è tra le più belle del nostro Paese. Non mi sentirei minimamente di avere delle perplessità sui miei concittadini. Di nessun genere.
I comuni del circondario, del territorio provinciale, della stessa Regione “vogliono” che questa città dia loro qualcosa che essa ha, che loro vedono e che forse la stessa città non valuta appieno. Cosa ne pensa di “quel qualcosa”da dare?
Io credo si debbano abbattere delle barriere fatte, in fondo, di piccole gelosie. Gli aquilani dispongono di un patrimonio storico, culturale, monumentale su cui hanno sempre basato il modo di essere della loro città. Oggi debbiamo avvertire il dovere di presentare L’Aquila come città-guida pienamente disponibile per lo sviluppo e per la crescita dei territori circostanti. Solo così, io credo, si potrebbe raggiungere, proprio attraverso una efficace collaborazione, una concreta integrazione sociale assolutamente indispensabile per assicurare migliori condizioni di vita e di progresso a tutto il territorio, provinciale o regionale che sia.
Da L’Aquila, a Roma, a Bruxelles, dai problemi (complessi) dell’Abruzzo a quelli dell’Italia, dell’Europa la sua è stata una carriera esaltante. Quante rinunce?
Onestamente, tantissime. Però vissute con consapevolezza, e come tali, quindi, elaborate. Ecco perché non sono complessata.
Ritiene di poter chiudere la sua esaltante carriera con questa carica, altrettanto gratificante, di Sindaco della Sua Città?
Lei intanto, con le sue domande, non ponga limiti alla Divina Provvidenza.
Non c'è ancora nessun commento.