Petrilli: Cassazione fissa udienza
L’Aquila – SERVIVA LO SCIOPERO DELLA FAME PER OTTENERE ASCOLTO? CHE AMAREZZA… – Scrive Giulio Petrilli (foto): “Dopo otto giorni di sciopero della fame e della sete, per protestare contro il mancato risarcimento per ingiusta detenzione, durata sei anni, con l’accusa di essere uno dei capi dell’organizzazione terroristica “ Prima Linea”. Assoluzione definitiva in Cassazione nel luglio 1989. Sentenza di assoluzione ritenuta importante , ma non vincolante per concedere il risarcimento da parte della Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha rigettato la mia istanza, in quanto frequentavo persone sbagliate. Dopo questo sciopero della fame, ho ottenuto la fissazione dell’udienza alla Corte di Cassazione il 30 maggio prossimo. Un piccolo ma importante passo”.
(Ndr) – A prescindere dal caso Petrilli (persona alla quale auguriamo di avere ragione e che gli sia riconosciuta nelle sedi competenti), ci domandiamo che paese sia quello in cui – come in questo caso – un cittadino sia costretto ad uno sciopero della fame per mettere in luce i suoi diritti. Poi ci rispondiamo anche che Pannella, per i diritti più elementari in qualsiasi società civile, da 40 anni fa scioperi della fame. E concludiamo, con sincero dolore, che forse sarebbe stato meglio per chi non sopporta l’ingiustizia e la falsità nascere altrove.
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