“Tares, rischio per aziende commercio” – Chieti, tutti segni meno nelle vendite
Pescara – La Confcommercio lancia l’allarme in vista della prossima applicazione del nuovo tributo in materia di rifiuti e servizi, noto con l’acronimo di Tares. “L’entrata in vigore della Tares, prevista per il prossimo aprile – commenta il direttore della Confcommercio Pescara, Walter Recinella – rischia di mettere in ginocchio tutte le aziende del commercio, del turismo e dei servizi. E’ grande la preoccupazione nel comparto da noi rappresentato in considerazione degli enormi incrementi previsti nel passaggio dall’attuale sistema (Tarsu o Tia) alla nuova Tares. La Confcommercio Nazionale, alla luce di tale forte preoccupazione, si e’ fortemente battuta per ottenere la proroga ad aprile dell’entrata in vigore del nuovo tributo e sta lavorando sia per un ulteriore slittamento di tale termine che per modificare radicalmente i parametri ed i coefficienti da cui scaturiscono gli importi da applicare a questa o quella attivita’. Infatti, se non ci saranno modifiche – rileva Recinella – la Tares portera’ ad aumenti clamorosi rispetto al tributo finora riscosso per i rifiuti con picchi che andranno oltre il 500% per attivita’ come ortofrutta, pescherie e ristoranti. Alla luce di tale insostenibile situazione ci siamo attivati immediatamente a livello locale chiedendo un incontro urgente ai Sindaci dei comuni della nostra provincia per ridefinire i regolamenti comunali sulla materia e cercare di rendere meno pesante l’applicazione del tributo. Infatti, gia’ con l’attuale Tarsu il Comune poteva definire con apposito regolamento detrazioni, agevolazioni ed esclusioni inerenti l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed in tale contesto e’ possibile lavorare assieme ai comuni per contribuire ad attenuare e riequilibrare il nuovo tributo”.
CHIETI – Segni meno in ogni settore merceologico e in tutti i maggiori comuni della provincia di Chieti. E’ quanto fotografa il “Rapporto 2012 sui consumi natalizi” eseguito da Confcommercio attraverso l’occhio vigile delle delegazioni dell’associazione di categoria presenti a Chieti, Ortona, Francavilla al Mare, Lanciano e Vasto. I dati a campione raccolti evidenziano il netto calo delle vendite che, ormai, si registra sul territorio in maniera inesorabile da due anni a questa parte. Non ha fatto eccezione, purtroppo, il periodo natalizio che, di solito, fa segnare un’impennata dei consumi. “La flessione nel comprensorio – spiega Angelo Allegrino, presidente provinciale Confcommercio Chieti – non si racchiude nella stessa percentuale in quanto la crisi viene sentita in maniera diversa. Comunque il calo degli affari e’ sostanziale e si aggira tra un minimo del 20% ad un massimo del 50%”. La maglia nera, per quanto riguarda gli introiti natalizi 2012, spetta al capoluogo teatino dove la crisi, acuita dalla vicinanza ingombrante della grande distribuzione, sembra davvero inarrestabile. Il settore che sta peggio e’ l’abbigliamento. “I minori incassi a Natale sono stati per tutti di almeno il 30% rispetto allo scorso anno. In alcuni negozi di abbigliamento del Colle e dello Scalo, addirittura, il segno meno ha toccato- afferma Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio- la percentuale ragguardevole del 50%. Per il resto la categoria ha lamentato un crollo delle vendite fino al 20 dicembre con una piccola ripresa a ridosso del Natale”. Ad Ortona il calo degli affari a Natale si e’ attestato intorno al 10% nel settore alimentare mentre e’ schizzato al 30% per le calzature. Ha retto invece, l’abbigliamento. A Francavilla al Mare c’e’ stata la debacle del settore profumeria, con vendite in calo del 40%, con gli affari calati del 20% nel comparto dell’abbigliamento. Stabili, invece, le vendite per le gioiellerie. A Lanciano gli alimentaristi hanno evidenziato un calo del 5% che ha raggiunto il 20% nei supermercati. Vendite in linea con lo scorso anno negli altri settori commerciali con una diminuzione dei consumi quantificabile tra il 15% e il 30% nell’abbigliamento e nelle calzature. A Vasto, infine, non sono andate bene le vendite natalizie nel campo alimentare con un calo del 5% degli affari che e’ cresciuto fino ad un 20% in meno per i cesti natalizi. La flessione, di contro, e’ stata inferiore per le pelletterie e la telefonia con una percentuale negativa del 10%. Anche a Vasto male l’abbigliamento con picchi del 50% in meno di introiti rispetto allo scorso anno.
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