Dragaggio… (3): il vertice
Pescara – (di Stefano Leone) – (ore 0,05) – La draga arriverà dal Belgio a meno che, cambiamenti operativi interni alla SIDRA, (Società Italiana Dragaggi), non portino i vertici della società aggiudicataria dei lavori ad optare per quella che è in Sicilia accorciando così i tempi. (un marinaio che per molti anni ha lavorato sulle navi mercantili asserisce che dal Belgio la draga impiegherebbe un mese per arrivare a Pescara). Qualunque essa dovesse essere, i lavori avranno la data di inizio del 15 gennaio prossimo; lavori che inizieranno con la sistemazione dei materiali e, dunque, con i carotaggi. In molti hanno storto il muso sull’esecuzione nuovamente dei carotaggi ma la ragione è svelata: i fanghi sono materiale riciclabile se hanno particolari caratteristiche di composizione altrimenti sono materiali inerti da smaltire senza possibilità alcuna di riutilizzo. Ora, essendo la ditta interamente responsabile dello smaltimento, è palese che i fanghi cosiddetti “buoni” cioè riciclabili, verranno dalla ditta stessa rivenduti traendoci un utile. Ecco, dunque, che la SIDRA vorrà carotare la zona per capire dove sono i fanghi “buoni” in modo tale da iniziare proprio li il lavoro con la possibilità di ripiazzare subito sul mercato i fanghi “buoni” riciclabili. Sono prevedibilmente tempi operativi molto celeri per una società, la SIDRA appunto, che ha esperienza e capacità operativa a livello mondiale; basta pensare che ha operato a Dubai negli UAE dove opulenza e ricchezza non mancano ma neppure esigenza meticolosa. Quindi tempi prevedibilmente celeri per il porto canale tanto che, si pensa che intorno al 15 marzo le barche possano tornare in mare aperto. Almeno le barche di un certo tonnellaggio perché per quelle di maggiore stazza, si hanno dubbi che, i 4 metri di fondale che il dragaggio dovrebbe ripristinare, possano bastare; ecco quindi, che potrebbe presentarsi la necessità di dragare molti di più dei 200mila metri cubi previsti. Se ciò dovesse accadere non ci sarebbe, però, il problema della copertura finanziaria insufficiente; c’è infatti una sorta di tesoretto derivante dalla somma risparmiata, a seguito del ribasso in fase d’asta, che ha operato la SIDRA; il ribasso del 21% fatto in fase di asta aggiudicatrice, consente di avere un margine di circa 2 milioni di euro di soldi spendibili, dunque, utilizzabili qualora alla bisogna c’è da dragare maggiore quantità rispetto alla quella prevista inizialmente. Al di la del fatto meramente operativo, che non dovrebbe più avere “insabbiamenti” a questo punto, rimane sul tavolo l’argomento degli indennizzi alle imprese della marineria. Di questo si è fatto portavoce, nel suo intervento, Mimmo Grosso nel vertice tenutosi oggi pomeriggio in Prefettura a Pescara, (del quale inAbruzzo vi ha prontamente informati in altro articolo), alla presenza del Sottosegretario al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture Guido Improta. Le imprese della pesca sono ormai in serissima difficoltà di vita; gli operatori, siano essi armatori siano essi marinai imbarcati, hanno percepito per 13 settimane che vanno dal 5 luglio 2012 al 30 settembre 2012 circa 2.300,00 euro, con l’aggravante che nel dicembre scorso è stato negato il doppio ristoro richiesto in quanto la normativa europea non lo prevede. La richiesta nasceva dal fatto che non potendo andare in mare in dicembre, mese notoriamente molto profiquo per il commercio del pesce, il doppio ristoro avrebbe potuto compensare l’attuale mese di gennaio e febbraio prossimo che sono invece mesi notoriamente meno appetitosi per il commercio ittico. Ecco dunque che la marineria ha chiesto al Sottosegretario Improta che si faccia portavoce fattivo affinchè i 3 milioni di euro accordati dal piano sviluppo, alle imprese della pesca, non tardino ad arrivare poiché, essendo al collasso totale, non servirebbe poi dare soldi a chi ormai ha già dovuto giocoforza perdere tutto. Al vertice di oggi con il Sottosegretario, al quel erano presenti oltre il Prefetto di Pescara, autorità e Istituzioni, ha fatto sentire la sua voce anche la categoria degli spedizionieri e delle imprese commerciali e turistiche che dall’operatività del porto dipendono. Per loro ha parlato Bruno Santori il quale ha posto l’accento sulle gravissime difficoltà nelle quali versano tali imprese, data la prolungata impossibilità di attracco da parte di navi di grossa stazza, a causa dei fondali mancanti. Il vertice si è concluso senza particolari entusiasmi ma neanche all’insegna del pessimismo. L’auspicio è che anche quest’ennesimo appuntamento per un problema creato dalla politica, non sia solo una passerella della stessa politica impegnata a carpire consensi in un momento delicato per tutti, ma che sia invece davvero un appuntamento dal quale possa trarsi conferma di unità d’intenti per risolvere un problema che in alcuni momenti ha davvero rasentato il grottesco e l’esempio palese della peggiore faccia della politica.
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