Manifestazione donne al processo Tuccia
L’Aquila – (Foto: gli slogan di protesta delle donne e l’avv. Simona Giannangeli) – Come in occasione di udienze precedenti, anche durante quella di oggi per la violenza su una studentessa di Tivoli all’esterno della discoteca Guernica di Pizzoli, c’è stata una manifestazione di donne con cartelli e slogan (alcuni anche minacciosi), e la presenza partecipe del Centro antiviolenza. L’associazione ha ottenuto, grazie all’impegno dell’avv. Simona Giannangeli, la partecipazione al processo come parte civile. La manifestazione di oggi ha avuto particolare intensità emotiva, visto il ripetersi drammatico di aggressioni e violenze sulle donne, non solo in Italia: il problema è emerso in tutta la sua gravità ed è diventato molto più di un fenomeno dissennato o casuale.
La violenza di Pizzoli avvenne nel febbraio dell’anno scorso, nel periodo della grande nevicata. Una studentessa di Tivoli, iscritta all’ateneo aquilano, conobbe Francesco Tuccia, un sottufficiale dell’esercito, si intrattenne con lui anche fuori dalla discoteca Guernica, dove venne violentata e ferita con particolare ferocia e violenza, quindi abbandonata sanguinante e priva di sensi sulla neve e sul ghiaccio che copriva l’asfalto, al freddo intenso. Solo l’intervento di un buttafuori le salvò la vita, fu soccorsa e affidata ai medici, che la salvarono. I carabinieri, dopo brevi e intense indagini, fermarono il Tuccia, subito arrestato e accusato dello stupro. Il processo è in corso da diverse udienze, a porte chiuse. Oggi altre testimonianze e, dicono alcuni, anche un faccia a faccia tra la vittima e lo stupratore, cacciato dall’esercito da molto tempo.
Stando al poco che è trapelato (udienza a porte chiuse) la ragazza, testimoniando, avrebbe detto di ricordare solo il momento in cui entrò nel locale a Pizzoli, e lasciò gli abiti al guardaroba. L’episodio, avrebbe detto, ha rovinato la sua vita ed è rimasto come un incubo incancellabile.
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