Rubati termosifoni? A L’Aquila ben altro… da anni la città viene saccheggiata


L’Aquila – Sui giornali di ieri veniva dato giusto risalto, e adeguato commento, alla notizia di un furto di termosifoni, otto elementi in tutto, che ha costretto le autorità locali a chiudere una scuola. A L’Aquila, purtroppo, la notizia ha indotto molti a sorridere amaramente. E’ stato sicuramente un furto singolare, in tempi e in luoghi normali, e dimostra il totale abbandono dell’edificio a la totale assenza di sorveglianza: smontare e portare via termosifoni, impedendo anche l’allagamento degli ambienti, è impresa che ha richiesto tempo.
Ma è niente in confronto a quello che ormai da tre anni accade a L’Aquila, sia nelle vaste zone deserte e abbandonate del centro storico distrutto, sia in centinaia di case e ville anche nei centri limitrofi. Una serie interminabile di furti, centinaia, c’è chi ne ha subito più di uno, c’è chi ormai si è scoraggiato e lascia la porta aperta: almeno così non la forzano. I ladri spadroneggiano totalmente, c’è un clima di paura (possono anche essere violenti), di resa all’inevitabile. Pare di vivere in un film apocalittico, in una città ormai consegnata a vandali, incursori, rapinatori, ladri. E’ il saccheggio. Risulta che negli appartamenti siano stati rubati non solo centiana di termosifoni, ma porte intere, lampadari, lampade, sanitari, lavandini, docce, rubinetti, tubi e fili elettrici, pezzi di pavimenti, ante di finestre, vestiario, scarpe, bottiglie di vino ed olio, oltre naturalmente a tutto ciò che c’era da rubare di ordinario, s’intende, meno i libri (se c’erano…) in case abbandonate da gente in fuga. E assente da ormai quasi quattro anni.
Non basta. I ladri specializzati colpiscono da mesi con regolarità nei cimiteri, dove asportano lampade votive e tutto ciò che sembra oppure è di ottone, cornici e fiori freschi. Negli edifici funerari sono stati rubati canali di scolo, forse da gente convinta che fossero di rame. Si asportano caditoie di tombini, materiale edile nei cantieri e nei depositi, lampade stradali, pezzi di fontane ornamentali, e ovviamente rame ovunque se ne trovi. Ma anche materiali di altri metalli.
La città e i dintorni sono totalmente in mano ai ladri, e ormai da tempo lunghissimo. Tutti lo sanno, e non accade nulla. Anzi, tempo fa qualche cervellone ministeriale voleva persino togliere un certo numero di poliziotti. I ladri agiscono totalmente indisturbati nei piccoli centri, dove, ben si sa, la caserma dei carabinieri è chiusa di notte. Finchè non la toglieranno del tutto, come stanno facendo con gli uffici postali. Lo Stato appare sodale e complice di malfattori, ladri, anzi loro sostenitore. Questo non se lo sarebbe aspettato nessuno… Come nessuno si aspetta che i ladri vengano presi: su centinaia di casi, gli sciacalli (così si definiscono) acciuffati sono forse uno su cento. Una pagina dolorosa e vergognosa che si tace, che le autorità tentano di occultare. E’ un aspetto della morte civile di una città martoriata dalla natura, ma forse più ancora dagli uomini di ogni lingua e origine. E in ogni ruolo sociale.


10 Gennaio 2013

Categoria : Cronaca
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