Teatro: ora si pensa ad un archistar – Dopo mezzo secolo Pescara riavrà un suo teatro


Pescara – (di Stefano Leone, foto di Massimo Leone) – FOSTER, HENNING LARSEN, OPPURE RENZO PIANO- Come vi abbiamo raccontato ieri, si aspetta una nuova alba per una citta’ che in questi ultimi cinquant’ anni e’ rimasta senza un teatro. L’abbattimento del teatro “Pomponi” rappresenta ancora una ferita aperta, una cicatrice che i pescaresi non riescono a cancellare. Oggi, dopo cinquant’anni, si apre la procedura esecutiva per dotare Pescara di un vero, autentico, nuovo teatro, il “Teatro dell’Adriatico”.
Il Sindaco, Luigi Arbore Mascia ha detto tra l’altro: “Nel corso dell’ultima seduta di giunta del 2012 abbiamo approvato il progetto preliminare, prevedendo una struttura di 8mila metri quadrati complessivi, con una sala da 1.200 posti, 900 nel parterre e 300 nelle gallerie; un ridotto con foyer, e poi spazi di servizio, camerini, sale prova, biglietteria, bookshop, uffici amministrativi e, nella torre scenica, un ristorante quale luogo di incontro e convivialità. Una struttura del costo di 24milioni 400mila euro che sorgerà nell’area nord-est della storica ferrovia, accanto al Centro di Ricerca in Astrofisica relativistica e dinanzi ai vecchi Silos dell’acqua, oggi rifunzionalizzati. Il costo dell’operazione, ovviamente, andrà sostenuto necessariamente attraverso l’individuazione di un partner privato e per tale ragione nei prossimi giorni pubblicheremo un avviso pubblico per la ricerca del privato, con il quale costituiremo una società mista pubblico-privato”.
Il Sindaco, alla conferenza di presentazione del progetto preliminare, era affiancato dalla presenza della Giunta comunale, dai Consiglieri regionali Lorenzo Sospiri e Federica Chiavaroli, dell’Assessore regionale Carlo Masci e della struttura tecnica che ha lavorato alla stesura del programma, ossia il Direttore Generale Stefano Ilari, e gli architetti Michele Lepore e Fabrizio Trisi. Il contributo del Comune prevede di mettere a disposizione l’area su cui edificare il teatro, che verrà realizzato con fondi privati. Per redigere il progetto esecutivo, si pensa alla grande firma; il ventaglio di nomi è formato da archistar di fama mondiale, come il danese Henning Larsen, che ha firmato l’Opera House di Copenhagen, o Renzo Piano, autore dell’Auditorium de L’Aquila, o ancora allo spagnolo Oscar Tusquets, firma dell’Auditorium di Las Palmas de Gran Canaria, o Sir Norman Foster, A proposito della scelta del nome abbiamo chiesto al Sindaco su quali principi si fonderà: “Comunque un professionista che dovrà anche conoscere le “corde” di Pescara per ideare una struttura consona al nostro territorio”.
Ad aprire la conferenza stampa un video in cui si mostra la futura location del teatro con le prime caratteristiche tecniche.
Al termine della proiezione, ancora Arbore Mascia dice:
“Nell’ultima riunione di Giunta del 2012, abbiamo approvato il progetto preliminare e la relazione illustrativa per la realizzazione di quella che riteniamo un’opera importante per la città e per la sua economia culturale, turistica, commerciale e infrastrutturale, perché dotare Pescara di un teatro vero, autentico, riconoscibile e riconosciuto come tale, significa investire sulla cultura e sulle centinaia di compagnie che gravitano nel settore e che oggi hanno oggettive difficoltà a individuare uno spazio in cui lavorare e allestire i propri spettacoli. Significa investire sul futuro di migliaia di giovani che hanno scelto di trovare il proprio sbocco professionale nel settore della cultura. Significa investire sul territorio, dotandolo di una struttura che ovviamente dovrà divenire un simbolo di Pescara al di fuori dei confini cittadini, un simbolo che identificherà, rappresenterà e rifletterà l’immagine stessa del capoluogo adriatico, e che intendiamo come Opera Monumentale capace di attrarre visitatori e turisti non solo per assistere a uno spettacolo, ma anche per la semplice visione della sua architettura”.
Ma significa anche investire sulla riqualificazione tanto attesa di una fetta importante, strategica, del territorio cittadino, sulla riqualificazione di quello che viene definito un vuoto urbano e che finalmente, dopo decine di delibere, ordini del giorno, verbali di Consiglio comunale, provvedimenti e atti ufficiali, assumerà un’identità precisa e ben definita, ossia le superfici della vecchia stazione ferroviaria. La fase operativa della progettazione scattò lo scorso febbraio, una fase che ha richiesto mesi di studio, di analisi, di verifiche, di indagini anche geologiche sul terreno destinato a ospitare il “Teatro dell’Adriatico”. E Pescara oggi ha bisogno di un Teatro perchè è una città dal respiro europeo che può e deve avere l’ambizione di ospitare progetti grandiosi. Perché Pescara si propone ormai da anni come la “culla” della cultura del bacino del medio-adriatico, un’area vasta in cui c’è un continuo fermento di idee, di progetti, di iniziative, di attività. La conferma è arrivata appena pochi giorni fa dalla classifica sulla qualità della vita stilata da Italia Oggi Sette che porta Pescara al 15° posto in Italia per iniziative di divertimento e intrattenimento, definizione ampia che comprende proprio le attività culturali e i grandi eventi. Il “Teatro dell’Adriatico”, (a proposito Sindaco, non le sembra un nome un po’ troppo scontato? Nessuna idea innovativa sul nome? Ndr), sorgerà sulla porzione nord-est delle aree di risulta, ovvero a nord dell’attuale sede del’Icra, ex stazione ferroviaria, e dinanzi agli storici Silos dell’acqua, e occuperà 8mila metri quadrati di superficie. Il teatro dovrà innanzitutto fornire un servizio per tutta la collettività svolgendo un ruolo formativo, didattico e di crescita sociale e culturale, ponendosi come riferimento privilegiato, dunque, non solo nella realtà strettamente cittadina. Dev’essere fruibile il più possibile, nella qualità e quantità degli eventi, attraendo pubblici diversi e la vocazione culturale del progetto dev’essere supportata da una struttura e da impianti tecnologici che consentano con estrema flessibilità di alternare spettacoli di generi diversi quali opera, balletto, musical, concerti, prosa, senza mai prescindere da un progetto funzionale e gestionale che dovrà tener conto di tutte le variabili indispensabili per affrontare la previsione dei costi d’esercizio, ossia calendario, tipologia degli eventi, bacino d’utenza, capacità della sala, e previsione di sviluppi. Nello specifico, nel nostro progetto preliminare prevede un’area scenica capace anche di ospitare un teatro di produzione; una sala principale per almeno 1.200 persone, con una disposizione delle poltrone con schema concentrico e radiale in modo da rendere sempre lo spettatore prossimo alla scena. Prevista, ovviamente, anche la “fossa dell’orchestra”, capace di ospitare sino a 105 musicisti. Infine, nello spazio dinanzi, si aprirà la “Piazza del Teatro”, dotando la struttura di uno spazio di pertinenza che si configuri come luogo di transito e di convivialità. In merito agli aspetti tecnici dell’opera, il sindaco Albore Mascia ha ricordato che:
“…la realizzazione del teatro non fa parte del Piano Triennale delle Opere pubbliche perché intendiamo finanziare l’opera interamente con fondi privati, dunque il progetto gode di un suo autonomo Piano finanziario. Come da progetto preliminare, il teatro costerà circa 24milioni 400mila euro, ovviamente una cifra enorme di cui l’Ente non potrebbe mai disporre, e per questo si intende intercettare risorse private, attraverso un avviso pubblico. Secondo i nostri calcoli, per la progettazione definitiva ed esecutiva dovremo concedere almeno 6 mesi di tempo; poi la strada sarà ovviamente tutta in discesa per giungere alla posa della prima pietra entro il 2013”.
Dopo il Sindaco ha preso la parola l’Architetto Michele Lepore il quale ha dichiarato:
“E’ ovvio che quella odierna è un’opera troppo importante per esaurire la sua progettazione all’interno delle professionalità interne al Comune. Per questo il nostro sforzo è stato quello di immaginare e definire i requisiti e gli spazi del Teatro, tenendo conto delle esigenze da soddisfare, che saranno vincolanti per il futuro progettista”.
E’ stata la volta, poi, del DG del Comune Stefano Ilari:
“La sfida dell’Amministrazione era di individuare un percorso che si occupasse anche della gestione della struttura che farà capo al privato; il Comune sostanzialmente entrerà nella società solo conferendo l’area di sedime che sarà valutata dall’Ufficio Tecnico comunale e il socio privato, individuato tramite un bando, dovrà occuparsi del resto, affidando anche la progettazione, quindi l’appalto e la gestione futura, il che determinerà per il Comune un’invarianza di costi. Nel merito abbiamo predisposto già la delibera che passerà in Consiglio comunale”.
“Nel frattempo – ha concluso il sindaco Albore Mascia – proseguirà anche la seconda fase del programma di riqualificazione dell’area di risulta come da previsione di Consiglio comunale, con parcheggi e verde”.
Plauso ed elogio a progetti a largo respiro e di grandi aspirazioni, merito a quest’ultimo intento di completare la riqualificazione dell’area di risulta, ma ci permettiamo di aggiungere che la “cultura del bello” passa sia attraverso nomi appropriati e, area di risulta non ci sembra proprio tale, sia nella cura del verde anche delle altre zone della città.


05 Gennaio 2013

Categoria : Cronaca
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