A-24 e A-25, si ripete la pantomima pedaggi
Sono anni ormai che tra Capodanno e il 1 gennaio i giornali risfoderano il loro linguaggio piatto, ripetitivo, gli stessi termini e le stesse cronache demoralizzanti: Toto aumenta i pedaggi (non di poco, l’anno scorso 8%, quest’anno appena centesimi di meno) sulle autostrada A-24 e A-25. Sono batoste perchè, dice il padrone dei viadotti, costano in quanto autostrade di montagna. Ce ne siamo accorti: ad ogni nevicata, si bloccano. Che manchino luci e distributori di carburante, o non sia possibile ascoltare Isoradio 103.3, non significa nulla. Toto rincara, punto e basta. Può farlo, il Governo glielo concede, la convenzione è rispettata. Cosa vogliamo? Una patetica pantomima.
E’ stucchevole, quindi, la triste tiritera delle proteste, dei rilievi, delle polemiche e sono inutili, anzi offensivi, gli interventi dei politici. Passato gennaio, i rincari li paghiamo, le interviste demenziali in tv (galline allo sbaraglio microfonate e firmate) le dimentichiamo, e aspettiamo l’aumento che verrà l’anno successivo. Contro i padroni del bitume e dei viadotti, semplicemente, nessuno può nulla, tanto meno quella cosa inutile come l’ONU nelle vertenze internazionali che è la politica. Tendenzialmente portata a dimenticare e ad assecondare. E poi, diamine, a febbraio si vota…
Infatti, la convenzione rimane e nessuno si sogna di modificarla, o forse non si può. Toto è potente e blindato, protetto da leggi e accordi, lui agisce in piena legittimità . Chi è il fesso di turno? Ma noi, è chiaro, non certo Toto. Risposte possibili? Certo, una sola: non usate l’autostrada o fatelo il meno possibile. Percorrete le vecchie statali, o provinciali, o regionali: spesso sono ottime e non c’è traffico. Ma ormai di traffico ce n’è poco ovunque… Torniamo – granchi involontari – al dopoguerra e agli anni Sessanta. Toccherà pure a Toto: un’autostrada senza utenti a che serve?
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