Ordinanze antibotti beffate ovunque
L’Aquila – CHE SENSO HA VIETARLI SE SI CONSENTE DI PRODURLI E VENDERLI? – I sindaci dell’Aquila, Roseto, Montesilvano e Teramo ci avevano provato, forse convinti (ma sono italiani o stranieri?) che un divieto bastasse a impedire la tempesta di mezzanotte. Dopo aver consentito per settimane la vendita di ogni tipo di ordigno, oltre allo smercio sottobanco che è sempre fiorente. Come se bastasse un divieto di sosta a dissuadere gli automobilisti dal lasciare l’auto come e dove vogliono. Ma i fatti li hanno smentiti: i botti ci sono stati leciti e illeciti, e anche – come sempre – fortissimi. Tanto da far pensare che qualcuno abbia speso una fortuna nelle bombe dette spread, vere e proprie cariche da boato.
E’ vero, invece, che i fuochi di mezzanotte sono stati meno abbondanti ovunque, ma per la crisi. Se si pensa che, volendo rispettare le regole, un botto diciamo “dignitoso” costa 5 euro in negozio, è facile capire che ce ne siano stati di meno, ma non per le ordinanze dei sindaci, beatamente ignorate. Come avrebbe potuto infatti il modesto e svogliato apparato dei controlli, ad esempio a L’Aquila, impedire i botti in 19 quartieri del progetto CASE, dislocati per decine di chilometri sul territorio della città ormai grande a dismisura (solo fisicamente, però…)?
I sindaci agiscono come sempre per pura formalità e in ritardo. Così, tanto per far vedere e incassare l’applauso di qualche animalista ingenuo. Se si vogliono eliminare i botti, prima di tutto bisogna impedirne la produzione, quindi la vendita e tenere d’occhio settimane prima di Capodanno chi traffica con tali merci. E’ esattamente come con le sigarette: lo Stato le vende e ci lucra, ma dice pure che non bisogna fumare. Il colmo dell’ipocrisia, e come sempre la prevalenza degli interessi commerciali. Un’italianata, al solito.
Infine, i sindaci antibotti facciano sapere quante multe e quanti interventi ci sono stati nei loro territori. Ci sarà da ridere…
Non c'è ancora nessun commento.