Ricostruzione – Confusione pure sui corrispettivi dei progettisti?
L’Aquila – (di Giampaolo Ceci, foto) – Bisogna dare atto ai presidenti degli ordini e dei collegi professionali di aver agito subito con tempestività all’indomani del sisma, per aver voluto e varato un protocollo di intesa con la Protezione civile che ha messo un po’ di ordine nel complicato campo dei compensi professionali. Il protocollo regolamenta i criteri di calcolo del “giusto compenso” per le prestazioni professionali richieste dalle progettazioni sismiche per la riparazione o il miglioramento sismico. Solo per inciso i professionisti hanno decurtato i loro compensi del 30% a titolo di solidarietà verso i concittadini rispetto ai minimi tariffari solitamente adottati.
Nonostante l’impegno però il protocollo allora varato presentava carenze dovute alla complessità di prevedere in dettaglio tutte le prestazioni professionali necessarie per le progettazioni sismiche e le incombenze amministrative legate alle richieste di contributo.
Dopo qualche anno il primo protocollo di intesa mostra alcune lacune che richiederebbero un suo aggiornamento perché alcune prestazioni professionali sono variate in corso d’opera (leggi compensi ai presidenti ed amministratori) altre non sono incluse (leggi “verifiche catastali e nuovi accatastamenti degli edifici demoliti e ricostruiti”), altre sono sotto pagate (leggi “rilievi iniziali”) col risultato che nessuno vuole espletarle ricorrendo a fantasiosi artifici.
Peggio se si paragonano le varie prestazioni tra professionali tra di loro, perché alcune sono oggettivamente meno retribuite che altre, seppure molto più importanti e complesse.
Un esempio per tutti riguarda i compensi per gli strutturisti ai quali ancor oggi non viene riconosciuto il grande lavoro di analisi preliminare alla progettazione vera e propria finalizzata al consolidamento o il miglioramento sismico.
In pratica al progettista viene riconosciuto solo il compenso per la nuova progettazione come se stesse progettando un edificio nuovo.
E’ intuibile per chiunque che la progettazione di un consolidamento o un miglioramento sismico prevede invece uno studio preliminare approfondito per capire i punti deboli della struttura e tra le mille possibili soluzioni, individuare quella migliore per il miglioramento sismico che è operazione molto più complessa della progettazione ex novo che richiede intuito ed esperienze maturate in anni di professione.
Fare un’analisi affrettata o semplicisticamente affidarsi ai risultati di un computer, significa costruire un edificio sismico solo sulla carta e quindi mantenere intatta la sua vulnerabilità .
Tutto ciò e molte altre piccole incongruenze richiederebbero l’aggiornamento del protocollo Ordine/collegi/ protezione civile.
L’aggiornamento non riguarda tanto le prestazioni per lavori già ultimati e liquidati, che ormai sono “in cavalleria” ma piuttosto quelli in corso per i quali c’è ancora tempo per intervenire in quanto le prestazioni sono ancora in corso.
Oggi, per queste prestazioni professionali, a quale protocollo si deve fare riferimento, visto che il quadro economico è tarato su quello vecchio?
Per evitare contenziosi, fare chiarezza e sanare le situazioni ingiuste, si potrebbe agire semplicemente. Per i lavori in corso e non ancora completamente liquidati basterebbe acconsentire che le eventuali economie sui lavori possano andare a compensare le prestazioni professionali previste dal nuovo protocollo.
Se vi sono economie sui lavori basterebbe rimodulare il quadro economico all’interno del finanziato in modo che la spesa complessiva per lo Stato non aumenti. Se economie sui lavori non ci sono, pazienza. I progettisti applicheranno nuovo protocollo, ma perderanno ciascuno in percentuale delle risorse non disponibili.
La questione invece non sussisterebbe per la ricostruzione pesante dove invece si potrebbe applicare da subito il nuovo protocollo e tarare di conseguenza il quadro economico.
Questa proposta sarebbe praticabile senza problemi e facilmente attivabile con una semplice ordinanza, perché non ci sarebbero più dubbi sulla sua applicazione pur restando la incongruità di trattamento con quei progettisti che hanno terminato i lavori progettati.
Anche in questo campo il politico è chiamato a prendere decisioni tempestive, prima che il problema vada fuori controllo.
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