C’è una banda che colpisce le banche?
Roseto – Rapine nelle banche, alcune delle quali con bottino rillevante (l’ultima, ieri, all’Unicredit di Roseto: 150.000 euro), e tecnica che sembra agli investigatori sempre ispirata agli stessi modi di operare. I banditi descritti come italiani, con accento che ad alcuni sembra campano (ma spesso i testimoni si confondono quando si parla di accenti e cadenze dialettali percepite approssimativamente), e sembrano operare allo stesso modo. Momento cruciale è chiudere il personale in una stanza, in uno sgabuzzino, per impedire che l’allarme sia dato troppo presto. Questo consente ai banditi di allontanarsi velocemente, e così pare abbiano fatto anche ieri. I carabinieri avrebbero dei filmati di telecamere, oltre che testimonianze. Rapinatori di banche, quindi, sempre nel Teramano, come si fosse una banda specializzata a seguire i colpi. In tanti si chiedono come mai le banche siano così sguarnite, poco protette e soprattutto come mai le telecamere di vigilanza non sempre servano agli investigatori: sono efficienti? Sono ben posizionate? C’è qualcuno che si occupa di manutenzione?
Sotto gli obiettivi di telecamere, infatti, è ben più difficile compiere dei colpi, perchè le immagini (anche di gente a volto coperto) rivelano spesso elementi preziosi, modi di agire e di muoversi, particolari, che sono utile raffrontandoli con le banche dati. Ma le rapine continuano.
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