Lenticchie? Scegliamo Santo Stefano
L’Aquila – “Boom” per lenticchie, zamponi e cotechini, complice la crisi e la necessita’ di risparmiare: a Capodanno gli italiani ne consumeranno il quantitativo record di oltre 5 milioni di chili, con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui nonostante un rincaro al dettaglio del 2% circa, le lenticchie restano assolutamente a buon mercato. Il 31 dicembre piu’ di nove italiani su dieci le assaggera’ per gola e tradizione, quella tradizione che attribuisce al legume il ruolo di “portafortuna” per l’anno nuovo. Il consumo pro capite – aggiunge la Cia – sara’ di circa 20-30 grammi, e solo il 9 per cento non le mangera’ per intolleranze e/o per gusto personale. Bene, dati confortanti per i produttori e i venditori di lenticchie, ma veniamo a noi.
Nell’Aquilano uno dei prodotti più apprezzati sono proprio le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio a dintorni. bene, noi scegliamo quelle anche se non sempre nei supermercati abruzzesi si trovano: colpa di una debole organizzazione produttive e commerciale, di un’agricoltura che secondo la regione è forte e in salute, ma secondo la realtà è cosa ben differente. Piccole e debole. Sta agli abruzzesi darle una mano, comperando lenticchie nostrane. Non è neppure uno sforzo, visto che sono piccole, tenere, davvero ottime, diverse da quelle più commerciali (e più note perchè ben promosse) ma meno squisite. Un consiglio su come cucinarle? Semplice: ne faremo una zuppa con l’olio, l’aglio, una spezia a piacere (magari la salvia, ma attenti alla vitamina K che fa male al sangue…), pane fritto a dadini , niente sale e peperoncino. Provare per credere.
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