Gran Sasso, ora infuria la politica
L’Aquila – DOMANI DE MATTEIS APRIRA’ LE OSTILITA’ – La reazione della politica al tracollo del turismo montano aquilano (Gran Sasso ancora chiuso, niente stagione sciistica) non si è fatta attendere. E si apre la guerra polemica, con una bordata di attacchi che colpiscono soprattutto il sindaco Cialente, come si legge nello striscione inalberato dagli albergatori. Forse sarebbe anche il caso di ricordare che sul Gran Sasso sono in tanti, davvero tanti, ad avere responsabilità perchè il disastro perdura da anni e anni, e le colpe sono di molti.
Il primo a scendere in campo sarà Giorgio De Matteis, vice presidente del consiglio regionale. Una nota della regione dice: “Situazione economico-finanziaria del Consorzio turistico Gran Sasso: storia di un fallimento annunciato”. E’ il titolo della conferenza stampa del Vice Presidente vicario del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, in programma domani, giovedì 28 dicembre alle ore 11, nella Sala Silone di Palazzo dell’Emiciclo. E’ probabile che parlando si “consorzio” si intenda Centro turistico. Sicuramente in ogni caso De Matteis andrà a fondo sulla storia recente della montagna aquilana che, dopo anni di sopravvivenza stentata, tra debiti enormi che andavano accumulandosi già da almeno 10 anni, è arrivata al capolinea. Quella aquilana è l’unica stazione invernale dell’Abruzzo (che ne conta una ventina) a non aver saputo trovare un assetto, una capacità di gestione men che fallimentare, vivendo in un tramonto perpetuo. Più di vent’anni fa fu rinnovata la funicia per Campo Imperatore, poi più nulla: solo gestioni catastrofiche, assunzioni sproporzionate, indebitamenti, ritardi, mancati interventi. Basti pensare che il Gran Sasso aquilano è la sola stazione turistica rimasta priva di cannoni per la neve artificiale. Tra le incompiute, un grande complesso alberghiero a Fossa di Paganica, rimasto abbandonato, e tra le più incredibili situazioni, i depositi di rottami metallici e materiali edilizi nei valloni, da quasi un quindicennio.
Sono stati rimossi solo di recente, grazie a volontari. Tutto è avvenuto nel cuore del Gran Sasso, tutto era ben noto a tutti, compreso il Parco del Gran Sasso che ha chiuso gli occhi e le bocca per anni.
Ora il Gran Sasso è, come dicono gli albergatori, morto. Forse la politica avrebbe potuto insorgere ben prima, e non solo alla vigilia delle elezioni o a decesso avvenuto.
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