Vorremmo raccontarvi una favoletta
Sarebbe bello, un vero ritorno al passato, poter raccontare una favoletta di Natale ai nostri lettori. Ci avevamo pensato, e frugavamo nei ricordi e negli anni alla ricerca di un argomento, di un tema da poter adoperare per un raccontino di 15 righe, da infilare in questo spazio. Poi di colpo ci è venuta in mente la più grande delle favole: la ricostruzione. Quella sì che si può raccontare, perchè abbraccia ormai ben quattro Natali. In questo ultimo, si è forse toccato il fondo dello squallore, tra strade e scorci di deserto con patetiche luminarie natalizie.
Stringe il cuore di un usuraio muoversi per L’Aquila in queste sere. Fa piangere pensare all’eroico sforzo di chi ha riaperto negozi o addirittura è tornato ad abitare in centro, o a svolgere attività professionali. Dunque, eccola la favola: quella della ricostruzione che si prometteva. Per spirito natalizio non ricordiamo chi disse, a metà estate 2012, che per fine anno sarebbero comparsi centinaia di centieri in città . Per carità di patria, stendiamo il velo del silenzio sulle ultime polemiche e sugli scambi di accuse. Un tempo tra i due litiganti il terzo godeva. Ora che tutto è drammaticamente cambiato, e a quanto pare per molto, molto tempo ancora, non esistono terzi ai quali sia permesso godere.
Stasera guardate in alto. Non ci saranno comete, poca Luna, stelle che brillano distanti e indifferenti. Il cielo sarà , come sempre ma stanotte di più, cosmicamente estraneo e senza tempo. Ora che abbiamo scoperto qual era la favola (la ricostruzione) il senso di solitudine ci sembrerà più intenso.
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