Per la burocrazia scolastica lo show must go on a prescindere da tutto


L’Aquila – Riceviamo la seguente lettera firmata: “Gentile Direttore, sono un’insegnante sfollata in quel di Pescara. Lunedì 21 devo tornare a scuola così come il mio bambino di 7 anni. L’orario stabilito dalla Direzione didattica Amiternum, dove è iscritto mio figlio, ha stabilito per le 8 e 30 l’orario di ingresso. Io dovrò recarmi nella mia scuola che dista diversi km da L’Aquila e dovrò stare lì alle 8 e 30.Per raggiungere la mia scuola impiego circa 3 quarti d’ora. Mio marito deve stare sul luogo di lavoro alle 8. Dovrò svegliare mio figlio prestissimo per raggiungere L’Aquila e comunque non riuscirò mai ad essere nella mia scuola in tempo (a meno che il buon Dio non mi fornisca entro domenica del dono dell’ubiquità….). Case a L’Aquila ci sono state offerte a 1300 euro e dintorni….Abbiamo tutti i parenti con casa E come noi. Mi domando se la Dirigenza della scuola di mio figlio con la decisione di riaprire il 21 senza accertarsi delle reali possibilità delle famiglie di portare i figli, non vada a ledere il diritto all’istruzione dei nostri bambini. Chi si trova a L’Aquila andrà. Chi è fuori non andrà. Non sarebbe il caso di invitare tutti i genitori a non mandare i figli a scuola per protesta? Che senso ha iniziare l’hanno con le classi decimate? Che senso ha per i bambini non poter ricominciare insieme ai loro amichetti? Che valore pedagogico ha tutto questo?Insomma, caro Direttore, perchè tutto questo?”


17 Settembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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