Il Natale delle beffe a L’Aquila e a Pescara
L’Aquila – (Foto: il funerale del porto di Pescara e la Villetta del Gran Sasso assolutamente deserta) – Togli il Gran Sasso agli aquilani e il loro porto canale ai pescaresi. Le beffe di Natale non potrebbero essere più cocenti per le due città , affiancate da un ironico destino. Frutto in ambedue i casi di incredibili peripezie – volendo usare un termine pacato – di natura politica, amministrativa e burocratica.
L’AQUILA – Il Gran sasso aquilano è chiuso al turismo, e non era mai accaduto. Anche volendo frugare e appurare, non si saprebbe mai perchè e per colpa di chi. Se esistono motivazioni valide, gli aquilani non le conoscono. Il Comune e il Centro turistico del Gran Sasso, due facce di una medesima, cocente inefficienza che ha ferito gli aquilani come poche altre cose, non hanno chiesto scusa, non hanno risposto come la dignità vorrebbe con dimissioni e capi chini. Anzi, al contrario, l’arroganza proterva alimenta liti, polemiche, rabbie. Ma è inutile. Il Gran Sasso resta chiuso a Natale e, anche se si aprisse domani, sarebbe comunque una catastrofe: nessuno ci andrebbe. Le prenotazioni sono state giustamente disdette. Sarebbe troppo chiedere a qualcuno di aver fiducia e di andare lassù a sciare. Ci sono altri posti che funzionano dai primi di dicembre, sempre affollati e non solo nei week end.
PESCARA – Nelle scorse settimane, dopo quasi un anno di mancati interventi, l’assetto istituzionale ha avuto la sfrontatezza di annunciare la consegna dei lavori e l’immediato inizio del dragaggio di 200.000 metri cubi di fanghi. I politici ci hanno messo, come si dice, la faccia, e l’hanno persa ancora una volta.
Non è accaduto nulla. Non sono state fornite spiegazioni. Neppure nuove date, perchè qualcuno si è reso conto di aver esagerato. Neppure in questo caso la gente sa perchè tutto cià sia stato inflitto ai pescaresi, e non solo al mondo della marineria. Una figura simile Pescara non l’aveva mai fatta, e una situazione del genere non ha precedenti. Assurda, perchè ci sono i soldi, e tutto resta fermo in qualche ufficio ormai chiuso per la pausa natalizia. Si sa che i burocrati più sono alti, più guagagnano e meno rispondono alle urgenze ma soprattutto ai cittadini che li pagano.
Queste le beffe di Natale. In un altrove qualsiasi serio quel minimo che occorre, non serissimo, tutto ciò non avrebbe potuto accadere. Qui è accaduto. Ognuno ha i suoi record.
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