La Bandiera: fast food, vade retro


Civitella Casanova – ASPETTANDO LA FINE DEL MONDO SEDUTI A TAVOLA – Non ci vuole molto a consolidare nei vecchi bazzicatori di ristoranti, come il vostro cronista-buongustaio, la convinzione che lo fast food, il cibo veloce e contornato da carta e plastica, sia una decadenza tipica del nostro tempo frettoloso e superficiale. Meglio lo slow food…
Al ristorante La Bandiera di Civitella Casanova, accolti dal giovane professionista Alessio Spadone (foto) e dai suoi cortesi collaboratori (in cucina e fuori), il vecchio bazzicatore di locali entra ed esce con conferma. Sì, i ristoranti dove ti siedi, trovi tovaglia e tovagliolo di cotone, bicchieri a calice e persino un minipentolino per gustare l’olio, sono un altro mondo. Che speriamo sopravviva ad ogni deleteria moda e ad ogni apocalisse. Mancata, come quella di ieri sera 21 dicembre.
Con amici in grado di capire (se ne trovano ormai pochissimi) decidi di celebrare l’ultima sera del mondo a La Bandiera. Con una guida esperta capace di disimpegnarsi lungo le spaventose strade provinciali del Pescarese (incredibili, come negli anni Sessanta ma più pericolose…), trovi il ristorante e immagini (è notte e piove) l’immacolato paesaggio dei monti verso il Piano del Voltigno e il Gran Sasso. Ed è subito convinzione che il mondo non finirà, almeno il 21 dicembre. Infatti non finisce, anche dopo la mezzanotte, nel locale ovattato, pulito, ben arredato e dipinto in colori chiari. Un suggestivo dipinto del pittore Sandro Visca, il maestro della Luna, delle stelle e dei cieli con i suoi tocchi dorati e sognanti, orna una parete: basterebbe per rendere La Bandiera un posto speciale. Servizio di prima qualità. Cucina come si deve, proprio nel paese, Civitella Casanova, ritenuto patria dell’arrosticino.
Una festa del palato con antipasti stuzzicanti, primi di consumata bravura, carni di molti animali compreso il galletto, una delicata porchetta e condimenti di zafferano dell’Aquila, o tartufo. Che sciccheria. Tante spezie, sapori di cucinato sapiente e casalingo. Patate al coppo, nientemeno: e dove altro le puoi trovare? Magari un po’di pepe di meno…
Vino da gustare senza fretta. Dolci all’altezza, caffè in tazzina cilindrica. Un luogo in cui si cucina, si assaggia l’Abruzzo ma non solo, lontane le sdridenti voci e musiche della tv bandita dal ristorante. Il tocco di classe è l’assaggio di un olio locale “pizzicoso” per il palato, saporito e toccante, da assaporare in tocchetti di pane, l’ottimo pane della casa. Senza sale. Senza pepe: pane e olio, il monarca incontrastato di ogni stuzzicheria. Se l’olio è all’altezza, ovviamente.
Mezzanotte arriva e passa. Il mondo non finisce, il brindisi si fa lo stesso. Alla prossima apocalisse mancata: sai quante altre balle dovremo sentire nel corso del 2013… E non solo prima delle elezioni, visto che qualche ora prima Monti era dimissionario.


22 Dicembre 2012

Categoria : Cronaca
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