UDC: la politica e la rabbia civile
Pescara – Scrive Nico Liberati, Vice Segretario provinciale UdC di Pescara: “Oltre il 52 % dei cittadini provano rabbia, ciononostante il popolo italiano sia molto paziente. E’ questo il quadro dell’Italia fornito dall’Istat nel 2012, stipendi al livello del 1977, tre milioni e mezzo di persone alla fame, e due milioni e mezzo che vendono i preziosi come in tempo di guerra. Questa la conseguenza più grave dell’attuale crisi strutturale, il crollo del ceto medio, ovvero della maggior parte delle famiglie costituite da lavoratori dipendenti, impiegati artigiani piccoli imprenditori e professionisti.
Un dramma del quale la politica sembrerebbe non avere alcuna interesse, ogni qual volte al sacrificio imposto ai cittadini con una tassazione iniqua, si oppone la mala politica fatta di sprechi nella pubblica amministrazione e comportamenti che nulla attengono ad una gestione oculata della cosa pubblica. Come per Pescara Parcheggi così per le altre società partecipate, si consentono comportamenti illogici e sconvenienti, come ad esempio quello di abbassare il canone annuo di 700000€ ad una società appena ricapitalizzata e che vuole essere venduta. Sarebbe come mettere in vendita un automobile ad un prezzo molto più basso di quello di mercato e dopo averne sostituito i pneumatici e rinnovato gli interni. Non comprendendo le ragioni di tale conduzione abbiamo più volte reiterato la richiesta affinchè le cose funzionassero bene, con ostinazione abbiamo chiesto chiarezza nei conti pubblici e soprattutto nella gestione delle società partecipate come Attiva e Pescara Parcheggi, lo abbiamo fatto nelle sedi istituzionali, con il linguaggio della moderazione e della responsabilità , purtroppo non siamo stati ascoltati. Anzi oggi non vogliono più ascoltarci, se il sindaco decide addirittura di posticipare dopo le feste, il chiarimento che in seno alla maggioranza avrebbe dovuto blindare la ratifica del provvedimento di giunta a favore dell’abbassamento del canone di Pescara Parcheggi. C’è una citta che vuole rialzarsi, e non trova nella classe politica quel coraggio di cui le famiglie e le imprese hanno bisogno per aspirare ad un New Deal, ad una rinascita che i cittadini meritano in ragione della abnegazione e della capacità di sacrificarsi per un futuro migliore”.
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