Le parole della crisi comunale


Pescara – (di Stefano Leone foto di Massimo Leone) – Come abbiamo anticipato ampiamente fin da ieri pomeriggio, è tempesta (non perfetta, ma quasi) al Comune di Pescara. Torniamo sull’argomento, riportando parole e dichiarazioni raccolte nei momenti più concitati del pomeriggio… all’ok corrall.
Prima di tutti, il sindaco, che non intende apparire impensierito.
Il sindaco Albore Mascia non appare in pensiero: “Prendo atto della posizione espressa quest’oggi dalla compagine dell’Udc in merito all’assessore Serraiocco e in merito alle necessità del partito sulla politica della coalizione di maggioranza. In riferimento alle preoccupazioni espresse circa la situazione economica cittadina, pur comprendendo e condividendo quelle stesse preoccupazioni, come ho ribadito anche nei giorni scorsi, va sottolineata la massima attenzione della nostra amministrazione verso la politica economica, un’attenzione che infatti ci ha permesso di garantire alla nostra città l’Imu più bassa d’Italia e di non aumentare alcuna imposta, prevedendo una lunga serie di agevolazioni per le fasce più deboli della popolazione, a partire da giovani coppie e anziani. Riteniamo opportuno calmare i clamori e gli entusiasmi di coloro che pensano di poter vedere nelle affermazioni odierne dell’Udc la caduta dell’amministrazione comunale. In realtà i partiti stanno già lavorando, come sempre fatto, e, se il Tavolo politico resta fissato per il prossimo 8 gennaio, è invece già previsto un incontro tra i coordinatori provinciale e cittadino del Pdl e l’Udc fissato per mercoledì prossimo, 19 dicembre proprio per affrontare il ‘caso’ dell’assessore Serraiocco e verificare le necessarie ricalibrature sollecitate dalla stessa Udc”.
E’ stato durissimo, il Capo gruppo dell’UdC in Consiglio comunale Vincenzo Dogali. Durissimo e molto critico verso il Sindaco e la sua maggioranza della quale, per altro, l’UdC è componente importante. Tutti aspettavano l’arringa di Dogali e lui non si è fatto attendere. Nelle more dell’attesa dell’inizio dell’assise, il gran fermento dei componenti di maggioranza e opposizione con l’andirivieni dentro e fuori dall’aula, non lo ha scomposto. Viso basso, concentrato sui fogli manoscritti che aveva davanti, e che di li a poco, sarebbero stati la fonte promulgativa dei durissimi concetti espressi con voce cadenzata, ferma e decisa. Attacca così, negli unici momenti di silenzio dell’aula, decretando la “scomunica” all’Assessore Vincenzo Serraiocco e l’ufficializzazione del ritiro della sua componente:
“Con lettera dell’11 dicembre 2012, il Gruppo consiliare dell’UdC, ha comunicato la decisione, assunta all’unanimità e poi confermata dagli organi di partito, di ritiro della propria delegazione dalla Giunta comunale. In seguito a ciò si è riscontrata l’assunzione di comportamenti non in linea con le decisioni assunte, da parte dell’Assessore Vincenzo Serraiocco. Pertanto, il Gruppo consiliare dell’UdC, e gli organi locali del partito, comunicano che l’Assessore Vincenzo Serraiocco non rappresenta l’UdC all’interno della Giunta comunale”.
E, gli organi locali del partito, erano presenti nella persona del Vice Segretario provinciale Nico Liberati, seduto al tavolo della stampa, ha assistito impassibile a ciò che Dogali ha suggellato con frasi scandite e perentorie.
“Il nostro senso di responsabilità, purtroppo, non ha portato ad essere ascoltati; c’è una città che deve rialzarsi, che non trova nella classe dirigente quel coraggio in cui le famiglie, i commercianti, le imprese, i giovani hanno bisogno per aspirare ad una rinascita che i cittadini meritano in ragione dell’abnegazione e della capacità di sacrificarsi. Non vogliamo essere un gruppo che si contrappone a tutto, vogliamo essere di stimolo invece a questa maggioranza, non vogliamo essere complici di scelte non condivise. Abbiamo detto, (e qui Dogali ha ripetuto le parole usate nell’approvazione degli equilibri di bilancio), vanno messi al bando i populismi, le facili promesse che sono state la rovina della nostra democrazia”.
Postura eretta, sguardo che spazia tutto l’arco della sala, non nagando sguardi fissi neanche al tavolo della stampa, le sciabolate del Capo gruppo UdC, hanno risuonato nella sala come il sibilo di scudisciate.
“…vanno recuperate serietà, sobrietà, senso del dovere; la nostra parola d’ordine è stata sempre prudenza, (lo ha ripetuto tre volte Ndr), in questi mesi noi abbiamo voluto dare un segnale di serietà e sobrietà, abbiamo voluto dispensare dei consigli e mi riferisco in particolare alla politica economica di questa Amministrazione. Purtroppo non siamo stati ascoltati. Questo Gruppo consiliare lo ha fatto fin dal 2010 ma non siamo stati ascoltati e, devo dire che però il nostro atteggiamento non lascia spazio a risentimenti o accuse ma ad una ragionata riflessione sulla economia cittadina. Siccome non vogliamo salire su quella zattera dove i naufraghi vanno incontro ad un disastro; fino ad oggi siamo andati avanti per necessità e lo abbiamo fatto per senso di responsabilità. Oggi non siamo più in questa condizione e chiediamo al Sindaco, ai Capi gruppo in Consiglio comunale di riflettere su quello che abbiamo detto in questi anni. Sulla politica economica e tributaria non siamo riusciti a trovare una ricaduta e per questo che, da oggi e fino a quando il Gruppo consiliare non troverà un approdo per un chiarimento di questa politica, intendiamo abbandonare l’assise del Consiglio comunale per essere presenti ma assenti dal dibattito fino a quando non avremo le risposte che abbiamo chiesto”.
A questo punto il Consiglio si è praticamente concluso e, i lavori che si svolgevano nell’aula consiliare apparivano solo e soltanto esercizio per normale amministrazione di ciò che pochi hanno seguito. Fuori, intanto, un nervoso e piuttosto seccato Serraiocco, scostante anche con i giornalisti che cercavano di capire il suo pensiero, dilaniava i tasti del telefonino con il quale più volte è stato in contatto con il Sindaco che, come abbiamo già detto, non è stato presente. Altri Consiglieri e Assessori andavano e venivano in un brulichio senza sosta; intercettiamo Massimiliano Pignoli, Capo gruppo di Fli, che dichiara:
“L’Udc ora deve andare avanti; riteniamo che bisogna formulare una mozione di sfiducia e mandare a casa questo Sindaco che non vuole più la città di Pescara, non è che non lo vogliono più i Consiglieri comunali; è arrivato il tempo che si ponga fine a questa disastrosa amministrazione che ha paralizzato la città di Pescara per quattro anni. Alla luce di questo il Consigliere bruno ed io presenteremo una mozione e la metteremo a disposizione degli altri Gruppi consiliari. Ovviamente raggiunte le 21 firme, le presenteremo e andremo tutti a casa”.
Dello stesso tono le dichiarazioni di Enzo Del Vecchio del PD:
“Signori, qui ci vuole anche un po’ di dignità e coerenza così come asserisce anche Mario Monti; a questo punto, Serraiocco dovrebbe alzarsi ed andarsene mentre, con le dichiarazioni del Capo gruppo UdC Dogali, diciamo che si è formalmente aperta la crisi al Comune di Pescara. Questa struggente pantomima che va avanti in questo modo è ora finisca. Il Sindaco non ha più i numeri per governare le questioni importanti della città. Dovrebbe prendere atto di questo dal momento che siamo di fronte ad una crisi politica come mai si erano viste fin’ora”.
Ad un sereno e sorridente, sempre disponibile, Lorenzo Sospiri Consigliere PdL in Comune ma anche in Regione chiediamo cosa accadrà ora:
“Accadrà che il Sindaco, invece di attendere la data dell’8 gennaio prossimo per il tavolo politico che comunque rimane fissato, convocherà una riunione, immagino, nelle prossime ore nella quale loro (l’UdC Ndr), potranno argomentare perché intendono sostituire, (chissà mai perché Sospiri ha adottato il termine sostituire Ndr), la loro delegazione. Io credo che abbiano esternato un malessere esistente al loro interno e che reputo il Sindaco debba ascoltare non l’8 gennaio ma prima delle feste di Natale”.
Altro che luninarie di Natale, sono sembrate scintille che hanno tendenza ad acuirsi. Fra sorrisi, strette di mano e mezze frasi, Sindaco e maggioranza avranno un bel da fare per addobbare l’albero con strenne di politica diplomatica che dovrà evitare la fine anticipata della consiliatura.


18 Dicembre 2012

Categoria : Politica
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