Luce su fatto di sangue di 22 anni fa
Pescara – L’omicidio sarebbe avvenuto in casa della coppia al culmine di una lite, e la donna sarebbe stata strangolata dal marito il quale poi si sarebbe disfatto del corpo, ai margini di un corso d’acqua, scaricandolo a Bondeno (Ferrara), dove sarebbe arrivato in auto guidando come ad un automa. Il rapporto tra i due, ha riferito il dirigente della squadra mobile Piefrancesco Muriana, era contraddistinto da continue liti e maltrattamenti fisici a carico della donna per cui nel 1990 passo’ la versione dell’allontanamento volontario anche perche’ non c’erano grossi elementi su cui indagare. Giulio Cesare Morrone, che viene descritto come un tipo esuberante e con altre donne, si sarebbe confidato dopo l’omicidio con un sacerdote il quale a sua volta ha riferito dell’uxoricidio, in maniera generica, a una terza persona ed e’ stato questo testimone a rivolgersi alle forze dell’ordine dieci anni fa per la prima volta, ma gli elementi su cui indagare erano insufficienti – ha aggiunto il vice dirigente Dante Cosentino.
In tempi piu’ recenti, due mesi fa, la notizia si e’ arricchita di circostanze e si e’ saputo sempre dal testimone che il presunto assassino era un piccolo imprenditore, un installatore di impianti elettrici e antifurti e che aveva perso il figlio. In questo modo, incrociando tutti i dati a disposizione, si e’ risaliti a Giulio Cesare Morrone e alla scomparsa di sua moglie. Non e’ stato semplice ritrovare i documenti dell’epoca ma un po’ alla volta il quadro e’ stato ricostruito ed e’ stata creata – ha sottolineato Muriana – “una sorta di macchina del tempo investigativa”, per cui la polizia e’ tornata all’epoca dei fatti e all’ambiente socio familiare dei Morrone. Il presunto assassino, che nel frattempo si e’ molto avvicinato alla chiesa, e’ stato ascoltato dagli investigatori e dopo una forte resistenza iniziale e a seguito di un suo colloquio con il sacerdote, ha ammesso le proprie responsabilita’ e con lui e’ stato anche effettuato un sopralluogo in provincia di Ferrara ma non e’ stato in grado di indicare il punto dove avrebbe abbandonato il cadavere. Sono stati ascoltati testimoni e familiari di Teresa che era la prima di sei figli, quattro femmine e due maschi, e aveva due figli: uno aveva 11 anni quando si sono perse le tracce della donna ed e’ morto successivamente in montagna e un’altra, che allora aveva 13 anni, e oggi vive a Pescara con la famiglia. Ora la mobile punta a trovare il corpo, che potrebbe essere riemerso dal fiume ma potrebbe essere rimasto senza nome da allora fino ad oggi. Gli investigatori chiedono ad altri eventuali testimoni, con cui Morrone si potrebbe essere confidato, di farsi avanti. L’uomo e’ a piede libero, indagato. I pm che si stanno occupando del caso sono Tedeschini e D’Agostino insieme al procuratore capo, De Siervo. “Nessuno – ha commentato il questore Paolo Passamonti – si puo’ sentire impunito. Anche a distanza di tanti anni si paga quello che si deve pagare”.
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