Male d’agosto, fioriscono casette


L’Aquila – Da Luca Lancioni riceviamo: “Agosto, il mese estivo per antonomasia, ma anche, ormai, una specie di rendiconto. E questi sono gli ultimi sgoccioli estivi di settembre. Un’estate del tutto particolare per via della malanotte del sei aprile. Un agosto in cui protagonisti sono stati gli smottamenti di terra per far spazio alle casette, le lamentele pressanti della popolazione, l’impegno dei sindaci, i titoli in grassetto di promesse di alloggi sui giornali, il problema dell’inverno, degli espropri di terreno; ma anche la ripresa delle festività, di alcune sagre, ecc…
Molte persone si sono tranquillizzate perché da pochi giorni sono state inaugurate le casette a S. Demetrio; perché hanno cominciato a vedere le recinzioni e le ruspe all’opera nel paese di Barisciano. Eppure due parole, ruspe e recinzioni, che hanno tanto il sapore del lager e nessuno si preoccupa, forse perché pensa troppo a coltivare terre per far fiorire le casette, del futuro del nostro Capoluogo e di quello che era il vero punto di riferimento di tutti i giovani del circondario. Alla domanda: “Dove andranno a lavorare i nostri ragazzi?”, non si ha risposta. Il problema è che una simile domanda sembra essere stata, e continua ad essere, una rogna da evitare, sia da parte dei giornali, sia da parte dei politici, sia da parte delle persone che aspirano alla fatidica casetta. Una soluzione, con tono ironico, sembra trovarla Patrizia Tocci nella terza pagina di Fiori di campo (foglio informativo del campo di Barisciano e dintorni), una soluzione preferibile, quasi, a quella del potere politico. Chi è fuori provincia, infatti, crede che qui vada tutto bene! Il male è che è sempre più evidente l’esistenza di un terremoto televisivo e di uno pratico: ma lo sanno che i soldi della cassa integrazione, a molti, ancora non arrivano? Ma lo sanno che gli alloggi costruiti non sono per niente sufficienti? Lo sanno che chi vuole riparare una casa parzialmente danneggiata è perso in un mare di norme confuse? Lo sanno che della zona franca per rilanciare l’economia non c’è traccia? Lo sanno che alcuni sindaci hanno difficoltà pratiche per la sistemazione delle casette? Lo sanno che L’Aquila è una città morta? Lo sanno che tutti i giovani pensano solo a dove poter emigrare? Ma certo che no. È ancora settembre, è ancora vacanza… ma una cosa è certa, voi terremotati non dovete andarci, dovete impegnarvi. Impegnarsi significa pensare alle prospettive future, edificare un pensiero per quello che verrà, proporre, incontrare gli amministratori, dare consigli, rendersi attivi. Insomma, non pensare solo alla propria casetta, questo è un pessimo esempio di fare ricostruzione. La ricostruzione è anche morale. Moralità al momento ancora inesistente per molti, ahimé. Ricostruzione significa anche essere e fare un insieme di cose, non solo la casetta; ricostruzione significa non agire a senso unico e per gradi, ma significa anche agire in modo allargato e comunitario da parte della popolazione stessa, senza sempre stare a sperare all’assistenzialismo dello Stato e delle amministrazioni. Senza stare a dire: “Questo mi spetta, questo mi spetta, questo mi spetta, questo mi spetta”. Comprendo le lamentele di molti sindaci, al loro posto mi sarei già dimesso e avrei fatto interagire con la gente i politici della televisione. Vorrei proprio vedere cosa avrebbero potuto fare con le loro parole e le loro farse. Legittima, invece, la rabbia di Castelnuovo di S. Pio delle Camere, lì di casette e di alloggi nemmeno l’ombra, e di politica e di farse televisive nemmeno un barlume.
Buona settimana a tutti”.


16 Settembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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