Enorme debito pubblico? Ma verso chi?


(Di Giampaolo Ceci)
Le caste ormai hanno raggiunto un livello di tracotanza intollerabile.
Di fronte a tele potenza, ai cittadini comuni non resta che abbozzare come facevano i servi della gleba di fronte ai loro signori che coi loro sgherri prelevavano loro il grano e li costringevano a ricorrere a mille espedienti per sopravvivere al freddo dell’inverno.
Anche i convincimenti vengono sapientemente manipolati e guidati da chi consoce i meccanismi psicologici che portano alla persuasione a all’occulto convincimento. La pubblicità ha fatto scuola.
“L’Italia é indebitata e bisogna fare sacrifici per ripianare deficit e interessi”. Tutti noi giù a testa bassa per pagare più tasse per il nobile intento.
Ma scusate verso chi saremmo indebitati? Cioè a chi dovremmo restituire quei pezzetti di carta che chiamiamo cartamoneta? possibile che pochi si facciano questa domanda ovvia?
Bisogna fare un passo indietro per capire a chi e soprattutto perché dobbiamo questa montagna di soldi.
Abbiamo già visto in un mio precedente scritto, che le banconote (note di cambio) altro non erano che delle ricevute del quantitativo di metallo prezioso custodito in forzieri; solo un escamotage per portare con se grandi somme.
Oggi le banconote non sono più convertibili in oro e quindi hanno perso la originaria funzione sono state declassate a semplici pezzetti di carta che però hanno comunque un valore convenzionale pari a quello dei beni reali che si trovano nella nazione che li emette.
In una nazione ove ci sono solo zone improduttive il valore delle banconote é basso perché non ci compri nulla, in una nazione dove ci sono macchinari, case e fabbriche avanzate, il valore delle banconote è alto perché rappresentano il controvalore di beni reali tangibili che, se vuoi, puoi scambiare con quelle banconote.
Il sistema tra massa circolante e beni presenti nella nazione di per se è sempre in equilibrio, qualunque sia il numero delle banconote che circolano, perché il valore della banconota non é un valore intrinseco, ma determinato dalla legge della domanda e della offerta che calmiera naturalmente il valore tra bene e suo valore in banconote. Non solo, ma la legge vale anche per la banconota stessa. Se ci sono in circolazione poche banconote queste valgono di più che se ce ne fossero poche.
Fatta questa premessa, cosa avviene quando uno stato spende più di quanto incassa dalle tasse? la soluzione più ovvia e che stampa le banconote che gli servono per pagare i debiti. Ma così facendo la massa monetaria aumenta. Tutti hanno più banconote in tasca e quindi gli scambi avverranno con un maggior numero di banconote anche se il valore intrinseco dei beni scambiati resta uguale.
Uno Stato sovrano che può battere moneta non può mai fallire perché non deve nulla a nessuno e se gli servono soldi non deve fare altro che batter moneta come fa il Giappone o gli States ove in debito è molto maggiore del nostro.
Stampare monete per coprire i debiti fa aumentare l’infrazione? e va bene, ma che sarà mai, se è contenuta mica succede nulla …anzi può essere pure positivo perché si favoriscono le esportazioni.
Nell’area Euro questo semplice meccanismo non può avvenire, semplicemente perché le banconote non possono essere stampate dagli Stati sovrani ma SOLO dalle banche (Ricordo che la BCE e la banca d’Italia sono organismi PRIVATI). Una assurdità che pochi conoscono.
Ecco perché ho affermato che alcune caste (leggi banchieri) hanno raggiunto limiti di tracotanza intollerabile perché ci manipolano come fanno i papà che fanno credere ai bimbi inconsapevoli, che devono stare buoni altrimenti Babbo natale non gli porta i doni.
Allora cosa avviene ora quando lo Stato spende più di quanto incassa non potendo battere moneta? Semplificando un po’: lo Stato emette dei titoli di stato per raccogliere sul libero mercato la cartamoneta che non possiede chiedendo alle banche private di stampargliene quanto manca.
Le banche lo fanno volentieri, ma chiedono allo Stato un compenso che però non è pari al disturbo della tipografia, (che neppure pagano visto che invece la zecca é statale) ma in proporzione al valore nominale della cartamoneta stampata!!!!!
Come dire:” mi stampi un foglio con l’effige di 10 euro? Quanto costa? 0,1 euro pari all’1%! e se ti avessi chiesto di stampare 1.000 euro? lo stesso foglio sarebbe costato 10 euro sempre pari all’1% .? Ma sempre di un foglio di carta stampata si tratta. Che c’entra cosa c’é stampato sopra!!?
Non solo, ma una volta stampati fogli di carta con l’effige della cartamoneta, per magia questi si trasformano in denaro sonante e la Banca centrale (privata) te li “presta” ad un tasso da concordare. Ma come, mi chiedi interessi su fogli di carta stampati? e a quale titolo? allora me li stampo da solo verrebbe da dire se non fossimo in un paese di cantanti, artisti e malfattori.
Ecco svelato come nasce il nostro debito, a chi dobbiamo restituire i soldi del deficit e per chi dobbiamo fare sacrifici.
Il seguito ad una prossima puntata.
Sempre se il direttore sarà così gentile da ospitarmi ………naturalmente.

Per chi fosse interessato ad approfondire consiglio una interessante intervista del Prof. Paolo Becchi https://www.youtube.com/watch?v=BOPS234cjGY&feature=relmfu


16 Dicembre 2012

Categoria : Senza categoria
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