Lunedì, giorno degli strangolati: nel cratere il Natale peggiore dal dopoguerra


L’Aquila – (Immagini: il cappio e sotto il dipinto “Strangolati dalla vita” di Antonio Berlinese) – IMU E TASSE ARRETRATE CHE FINORA NESSUNO E’ RIUSCITO A FERMARE – TUTTO “APPESO” AD UN EMENDAMENTO – Per gli italiani tutti lunedì 17 dicembre è il giorno della spremuta più dolorosa, quella dell’IMU, il cui importo è variabile secondo i comuni, ma comunque rappresenta una mazzata da stordire, perchè gli italiani, si sa, hanno sempre comprato o ereditato casa e molti di loro ne contano due o tre. Specialmente sulla costa abruzzese, il numero degli appartamenti “estivi” è davvero rilevante.
Ma per i residenti nel cratere sismico aquilano, 56 comuni meno il capoluogo che è esentato grazie alla zona franca, lo strangolamento è doppio. A meno di improbabili novità, infatti, domani scatta l’obbligo di restituire la parte di tasse non pagate (il 60% dell’importo dovuto) per imprese, artigiani, commercianti, professionisti. Pare, in tutto circa 7.000 cittadini, e sicuramente per un importo rilevante. Quale importo, nessuno ha saputo precisarlo, o forse nessuno lo sa, perchè capita anche questo… Pare esagerata la somma indicata da alcuni, mezzo miliardo di euro, trattandosi del 60% di tasse dovute da circa 7000 soggetti fiscali. Ma è anche il solo dato che viene fatto circolare senza smentite.
Ma, importi a parte, la scadenza si somma con quella dell’IMU e il risultato è deflagrante, roba da mandare in rovina diverse persone, ditte e famiglie. Per farla semplice, l’Europa ha bocciato la decisione del governo italiano di applicare la riduzione fiscale, non legittima se indiscriminata secondo le teste d’uovo di Bruxelles, mentre il sostegno di Stato (così viene definito il beneficio) può essere erogato solo a chi ne motiva il bisogno e quindi il diritto. Un groviglio di regole, burocrazie, ignoranze politiche davvero sconcertanti (a Roma nessuno sapeva una cosa del genere?), che coinvolge ovviamente anche i politici locali, che stanno affannandosi nel tentativo di trovare una soluzione, d’intesa con il quasi ex ministro Barca. Proprio da lui, qualche settimana fa, giunse una rassicurazione (a parole) sulla regolarità del taglio fiscale per il cratere. Parole a vuoto, visto che siamo al lunedì della spremitura, e tutto lascia pensare che bisognerà pagare.
Questa mattina ci sarebbe stata in Comune una riunione di emergenza, presenti l’on. Lolli e il sindaco Cialente. Riunione evidentemente convocata in fretta e furia, di cui non si sapeva nulla e dopo la quale non si è saputo nulla. Quando la politica tace e non sbandiera la propria dedizione e attenzione ai problemi, c’è da aver paura. Evidentemente, le cose vanno male e le tasse arretrate dovranno essere pagate, oppure tutti saranno costretti a impegnarsi in una controversia legale con il Governo: peggio che andar di notte. Sono flebili le speranze che un emendamento, da discutere domani, possa risolvere la situazione, anche se questa mattina pare se ne sia parlato tra politici. Il solito rimedio con il fiatone, in extremis, con l’acqua alla gola. Funzionerà?
Ecco, quindi, perchè i terremotati si accingono a svenarsi e a celebrare un Natale che sarà, di certo, il peggiore dal dopoguerra. Piuttosto azzardato parlare di speranze, prospettive migliori, ricostruzione (anche economica e sociale).


16 Dicembre 2012

Categoria : Cronaca
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