Retata e controlli laboratori pelletteria


Teramo – SONO IN MANO AI CINESI, SCOMPARSA L’IMPRENDITORIA LOCALE, E TUTTI LO SAPEVANO – (Foto: la Val Vibrata, una delle zone più sofferenti) – E’ facile, nel Teramano, imbattersi in operatori, piccoli imprenditori, commercianti, albergatori che dicono ovunquie la stessa cosa: l’ex fiorente settore produttivo nel campo della pelletteria non è morto, è semplicemente passato di mano. Dai locali ai cinesi, quasi in blocco. Non sempre l’imprenditoria cinese conosce e rispetta le leggi, preferendo l’ombra, la clandestinità, lo sfruttamento.
Niente di più vero, e lo dimostra una capillare operazione di forze dell’ordine e ufficio del lavoro, che ha scoperto decine di laboratori in mano a imprenditori cinesi, con manovalanza cinese, comprese donne incinte o donne che hanno appena partorito.
L’operazione, molto vasta, ha fruttato grossi numeri nel suo bilancio: laboratori clandestini, specie sulla costa, a decine; centinaia di persone sfruttate e costrette a lavorare in condizioni spesso disumane, al freddo, nell’umidità, nella sporcizia, in nero o pagate da fame. Giro d’affari molto rilevante, evasione fiscale massiccia. Un groviglio di violazioni e illegalità che, è ovvio, non può essersi formato in poco tempo o addirittura all’improvviso. E che tutti più o meno conoscevano, sapevano operante e fiorente in diverse cittadine del Teramano.
Sarebbe bastato infiltrare – già molto tempo fa – un paio di agenti svegli spediti a parlare con la gente, a raccogliere confidenze e amarezze di chi un tempo svolgere l’attività di pelletteria legalmente, alla luce del Sole, magari con qualche livello di evasione fiscale (gli italiani evandono sempre, è ben noto), ma sicuramente secondo parametri ben lontani da quelli attuali, che somigliano allo sfruttamento più sfrontato o, qualche volta, anche alla riduzione in schiavitù.
E’ quindi il caso di porre delle domande a tutti, cominciando dai politici e dagli amministratori. Tutti, ma soprattutto loro, sapevano che da anni la produzione pellettiera era stata sottratta agli operatori locali ed era finita nelle mani dei cinesi, molto numerosi nella zona. Doveva saperlo, come del resto anche i sindacati, altrimenti che politici sono? Chi rappresentano, a chi chiedono voti? Avrebbero dovuto saperlo le autorità a tutti i livelli, perchè il territorio non si controlla solo scoprendo qualche spacciatore di droga ogni tanto, o qualche prostituta. Magari solo consultando i giornaletti promozionali con foto e numeri, reperibili ovunque gratis. Controlli e interventi, capillari come l’ultimo, avrebbero dovuto arrivare da tempo, perchè non siamo a Shangai o in una metropoli da milioni di abitanti, ma nel Teramano, dove le cittadine hanno al massimo 20.000 abitanti, ma la maggior parte molti di meno. Tutti sanno tutto di tutti, meno le autorità: non è consolante. Intanto, il settore produttivo della pelletteria, un tempo fiorente e qualificato, è finito in pezzi e la crisi, il declino economico, la disoccupazione, il deserto produttivo affliggono non solo la Val Vibrata, ma buona parte della provincia costiera. Chi ha coscienza si interroghi.


15 Dicembre 2012

Categoria : Cronaca
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