L’Aquila è fredda, serve un editto?
L’Aquila – ( di Stefano Leone ) – No, non devono emanare un editto per avvertire che L’Aquila, in questo periodo, è una delle città italiane più fredde. No, non devono emanare un editto per avvertire che, a seguito della precedente considerazione, le temperature in città, in questo periodo sono simili alle località dell’Europa settentrionale affacciate sul mar Baltico. No, non devono emanare un editto per avvertire che, giocare una partita di calcio alle nove della sera è da autentici sconsiderati. Lunedi scorso, alle 9 di sera, si sarebbe dovuto giocare il tanto atteso derby regionale fra L’Aquila e il Teramo, a L’Aquila; in effetti ci hanno provato, immaginiamo dopo un appropriato riscaldamento, a giocare la partita ma per fortuna ci ha pensato il meteo a riportare, tutti coloro i quali hanno lasciato il senno sul comodino, a più miti ragioni evitando così ciò che gli umani non avevano evitato, facendo giocare, l’eventualità di incidenti seri per quei ragazzi che, in virtù non si capisce bene di che cosa, cercavano di dare un senso a quella corsa e a quelle movenze innaturali su un campo certo non riscaldato e con temperatura tipica da pack nordico. La partita, dopo 27 minuti è stata sospesa per la neve che copiosa ha riportato tutti negli spogliatoi, caldi e protetti, che hanno offerto a quei paladini una desiderata doccia calda. E meno male che, per rifare il calco delle linee del campo con la sabbia rossa, ci sarebbe voluto un tempo eccessivamente lungo altrimenti si era pensato anche quello! Ora, al di la di tutte le considerazioni che ognuno può fare, qualcuno dovrà pur spiegare (ma tanto trovare un responsabile diretto in questo Paese è sempre esercizio da titani), in un periodo come questo, (nel quale è prevedibile non ci siano le mammole che sbocciano), come si può pensare di programmare un incontro di calcio a L’Aquila alle 9 di sera. E, non comprendo come, i collaboratori diretti del Presidente Corrado Chiodi, (che conosco essere persona assennata e ragionevole), non hanno sollecitato il numero uno della società ad intercedere presso chi di dovere per far comprendere che quella programmazione, forse, poteva andar bene per l’”isola del Sole” oppure per il Rashed Stadium di Dubai e non per L’Aquila. Ma tant’è. Il calcio può tutto e il contrario di tutto e poco importa se, così come fatto ieri sera, si mette a repentaglio l’incolumità fisica di 22 ragazzi che devono correre, scattare, saltare, avere contatti fisici, su un campo buono per il pattinaggio artistico sul ghiaccio e una temperatura da ottima “catena del freddo”. Ma la ragion di stato è: the show must go on! Costi quel che costi.
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