Deriva morale in città ? Intervenga l’Arcivescovo
(di Giampaolo Ceci) – Ciò che molti temevano sta avvenendo. Quando circolano molto soldi e non ci sono regole efficaci e saldi principi morali, non ci si deve meravigliare se qualcuno allunga una mano e ne raccoglie qualche mazzetta.
Nemmeno ci si dovrebbe meravigliare se qualcuno pretende esplicitamente dei “trattamenti particolari” in funzione della posizione che ricopre.
Anzi, visto l’andazzo nazionale, chi non lo facesse correrebbe persino il rischio di essere tacciato da “povero sprovveduto”se non ne approfittasse. A questo siamo arrivati! I “vecchi” a cui è rimasto un briciolo di etica si indignano, ma non possono fare altro che denunciare e mettere in guardia i più giovani abituati al superfluo.
La caduta dei freni naturali determinati dalla propria morale è un grave sintomo di degrado sociale perché tutto diviene scusabile. La sola legalità è ostacolo troppo facilmente aggirabile per un avvocato esperto e ancor più per chi ha il potere di farsi le leggi che più gli piacciono.
Molti politici dal canto loro non forniscono certo un buon esempio anche quando sono di fronte alla evidenza di azioni fortemente indiziarie di comportamenti illegali dei loro colleghi o dei loro stretti collaboratori.
Abbiamo visto fatti gravi che hanno coinvolto politici e funzionari pubblici apicali coinvolti nella ricostruzione verso i quali nessun politico “di peso” ha preso pubblicamente le distanze, o verso i quali non si sia agito esemplarmente, quasi che si abbia il timore di subirne contraccolpi negativi.
Ci sono forti indizi che hai tentato di rubare? :” cattivello…, cattivello, hai fatto carte false per intascare illecitamente i soldini del contributo? ti sei rifatto casa nuova che non aveva danni? hai affittato l’alloggio CASE , ha fatto carte false per acquisire un incarico pubblico? non farlo più altrimenti ti facci to to! ” Funzionari e politici comunali non devono assumere incarichi nella ricostruzione? ma no.. scherzavamo , basta non comparire direttamente, ma poi con prestanome e giretti si può fare, tanto chi controlla? chi si ribella ? i cittadini guardano e tacciono sconcertati.
Il messaggio che la gente riceve è quello che si può fare di tutto. In effetti non ci sono rischi seri se confrontati coi vantaggi. Perché non allungare maldestramente le mani anche loro?
Diverso sarebbe se questi funzionari e intrallazzatori, coi primi dubbi sulla loro correttezza, fossero sospesi cautelativamente dai loro incarichi pubblici e quindi venissero implicitamente additati alla pubblica opinione come indiziati e quindi come possibili disonesti e truffatori di denaro pubblico. Lasciarli ai loro posti equivale a minimizzare la gravità delle imputazioni, se non divenirne complici.
Bene fa la magistratura ad agire con equilibrio, ma anche con fermezza quando gli indizi assumono la valenza di una evidenza, come per le recenti intercettazioni che hanno coinvolto, per ora, solo alcuni esponenti apicali della Provincia dell’Aquila, ma non è detto che finisca qui.
Certo c’é la presunzione di innocenza. Ma c’è anche la presunzione di intrallazzo!
In certi casi bisogna correre il rischio di sospendere cautelativamente un innocente per fermare una pericolosa deriva che potrebbe dilagare senza controllo.
Tutto questo all’Aquila non c’é, si continua a infrangere le regole e fare finta di niente.
Ne consegue una immagine negativa che non si ripercuote solo su tutta la città , ma purtroppo anche sui suoi abitanti .
E’ una immagine che sarà difficile togliersi di dosso se non si interviene subito.
Si sente l’esigenza di una guida che richiami le coscienze e rimetta i valori nella loro giusta graduatoria.
Se la mia denuncia fosse condivisa non mi resterebbe che fare un deferente appello alla sensibilità dell’Arcivescovo Molinari perché almeno lui si adoperi come meglio crede, per fare sentire la sua autorevole voce in questi momenti in cui si intravedono forti i segni di una pericolosa deriva etica e morale.
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