Lolli, crisi: “Cercherò di salvare il salvabile”
L’Aquila – MILLEPROROGHE, CASSA DEPOSITI E PRESTITI, PRECARI – (Foto: l’on. Lolli e il premier Monti) – Il premier Mario Monti, stomacato dalla politica, dignitosamente si alza, porta a termine (speriamo) le cose più urgenti, e se ne torna a fare il suo mestiere, presumibilmente per lui molto più redditizio e appagante di quello di capo di governo. Il presidente Napolitano non può che esprimergli comprensione.
Per L’Aquila e il cratere sismico che notizia è? Perdere una persona come il ministro Barca, che bene o male aveva imparato a conoscere i problemi e annunciava come imminente l’avvio della ricostruzione reale, cosa porterà ? E’ nebbia, al momento, e cerchiamo di capire cosa potrà accaderci. Di sicuro il 2012 non finisce con un brindisi, bensì con un groppo di apprensioni.
Giovanni Lolli, deputato aquilano del PD, ci è sembrato l’interlocutore più illuminante in questo momento procelloso, che accresce le ansie e i dubbi degli aquilani. Lolli, influenzato e con la voce roca, ci dà il suo punto di vista, che è quello di un politico – l’unico che L’Aquila abbia – vicino alle cose romane, ai palazzi in cui si prendono le decisioni, protagonista delle lotte più impegnative e decisive per la nostra area. Con una dedizione che tutti gli riconoscono, al di là della politica e dell’ideologia. Lolli c’è sempre stato. Soprattutto dopo il 6 aprile 2009.
“Lolli, la rinuncia del premier ci porta guai?”
—Qualche problema potrebbe esserci. Volevo, lavoravo, ad esempio, perchè nella legge di stabilità potessero riaprirsi le porte e le possibilità della Cassa depositi e prestiti per il nostro territorio. Mi ci stavo impegnando ed esisteva la possilità di riuscire ad ottenere buoni risultati. Ora diventa più difficile…
“Cos’è come funziona il cosiddetto ‘milleproroghe’ di cui si parla ad ogni fine anno?”
—Il milleproroghe contiene di tutto, e speravo di poter inserire anche proroghe e rinnovi per il sociale e per una serie di problemi ed esigenze che ci riguardano direttamente come città e come territorio. A questo punto ho dei dubbi. Il milleproroghe potrebbe essere soltanto tecnico, cioè contenere solo le cose che non si possono rimandare perchè in scadenza. Al momento non so come andranno le cose. Da domani, in Parlamento, se ne saprà di più, si leggeranno delle carte, si capiranno le intenzioni del governo in questi ultimi giorni di lavoro. Non voglio essere pessimista: speriamo che tutto vada come volevo, e come vorrei ancora.
“La proroga nazionale per i precari riguarda anche gli enti locali aquilani?”
—Una cosa è certa: come chiaramente ha detto il ministro, non può essere stabilizzazione per tutti. Lo Stato fallirebbe, non è possibile chiedere 260.000 stilizzazioni. Questo lo comprende chiunque. Bisogna chiarire bene come stanno le cose per i precari pubblici aquilani in scadenza il 31 dicembre. E’ quello che farò da domattina a Roma, dove le cose dovrebbero cominciare ad essere più leggibili ora che la crisi è ufficiale e le scadenze sono note. Il governo ha pochi giorni.
“Lei sa che centinaia di precari aquilani si vivono giorni con il fiato sospeso, atterriti da una prospettiva di un Natale da incubo e di un futuro più incerto che mai nel 2013?”
—E’ una delle spine più dolorose, anche perchè, ammesso che vi sarà la proroga di 7 mesi, a metà estate saremo punto e da capo. E, come dicevo prima, è impensabile che si vada ad una stabilizzazione generale, oggi, ma anche domani.
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