Cerchiamo l’ambientalismo intelligente…
Pare conclusa dopo una sbrodolata perdita di tempo, chiacchiere e soldi, la ridicola storia delle farfalle e dei chirotteri. Sì, secondo alcuni ambientalisti non si poteva illuminare il percorso della funivia del Gran Sasso, perchè le luci avrebbero disturbato farfalle notturne (a 2000 metri sul Gran Sasso pullulano, non lo sapevate perchè siete ignoranti e insensibili) e i chirotteri, sì, insomma, i pipistrelli. Ora leggiamo che le luci si possano installare. Chi sa quando, chi sa come, ma si può. A molti torna in mente la pietosa opposizione al campo da golf di Santi, perchè avrebbe disturbato le vipere.
Scavando ancora, si troverebbero altre assurdità del genere, perchè l’ambientalismo da queste parti è coraggioso: non teme il ridicolo. Lo sfida a viso aperto. Sarebbe molto arduo scovare ambientalismo intelligente e cause giuste propugnate da eventuali eseplari dotati di cervello ecologista.
La cosa diventa invece più seria, se ci si domanda cosa abbia fatto e dove abbia dormito i suoi sonni pleistocenici l’ambientalismo mentre si formava a Bussi la più grande discarica di veleni d’Europa, o quando si scaricavano nei valloni del Gran Sasso tonnellate di rottami edilizi di recente rimossi. Dopo 15 o 20 anni. E da volontari davvero devoti alla natura. Ma ora che è acclarato che le farfalle notturne di alta quota sopporteranno quattro fari (quasi sempre spenti, c’è da aspettarselo dal Comune dell’Aquila…), siamo tutti più tranquilli. Con l’anima in parte. Sappiamo che ambientalismo intelligente, da queste parti, equivale a zero significato. Un computer direbbe “error”. Google direbbe “ricerca senza esito”. Avrebbero ragione.
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