Sismi: Giuliani, i grafici e la paura
L’Aquila – Si chiama dovere di cronaca, e noi l’abbiamo sempre rispettato. Un cronista, oggi, dopo la “botta” doppia delle 15,45 circa, avrebbe comunque sentito il dovere di correre a sentire Giampaolo Giuliani, e noi lo abbiamo fatto. L’intervista a In Abruzzo, in esclusiva, è il documento che vi offriamo, senza togliere o aggiungere nulla. Lasciamo parlare i fatti e i grafici, gli ormai famosi grafici che Giampaolo (“Giocacchino – scherza – mi chiama chi non mi vuole bene…”) mostra alle persone di cui si fida. Che ormai non sono più tantissime. Oggi Giuliani è stato tempestato da cronisti di tutte le testate, magari gli stessi che altre volte lo hanno trattato con sufficienza e incredulità .
Giuliani ha dedicato anni ai suoi studi sui terremoti e oggi ottiene quelli che giudica risultati chiari dai suoi rivelatori grafici che, da lui interpretati, sono abbastanza eloquenti. La scienza ufficiale nicchia e tentenna. Ma lui procede imperterrito. E’ apprezzabile la sua dedizione totale alla ricerca che lui ritiene valida, documentata, sperimentata. Un uomo che crede in ciò che fa e lo fa da solo, spesso contro tutti. Si dice che è rispettabile colui che almeno crede in se stesso, quando ne ha motivo. Giuliani è convinto, tenacemente convinto di avere mille buoni motivi. La scienza ufficiale è scettica? Benissimo, lo è stata anche altre volte, forse troppo arroccata su certezze che possono – ad un tratto – vacillare. Come per un sisma magnitudo 4. Cerchiamo tutti di non essere nè creduloni, nè ciecamente negazionisti. Spesso la verità sta in mezzo e, comunque, noi crediamo fermamente e unicamente che stia nei fatti. Senza fretta nè emozioni devianti, atteniamoci ai fatti.
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