Non si sguazza nel torbido di cronaca
(Foto: quando sguazzare era solo questo…) - Quando ai giornalisti si insegnava a fare i giornalisti, e non solo i passacarte e fotocopie, imparavamo che si deve rispetto a tutti, anche all’ultimo losco personaggio, almeno finchè un tribunale non lo abbia condannato per ciò di cui è accusato. Imparavamo anche che, verso chiunque, prima di tutto deve restare la considerazione umana. Non sta andando proprio così per il dirigente della Provincia arrestato.
La storia (nessun dubbio) è grave, le accuse anche, lo sdegno della gente grande, di fronte all’ennesimo sperpero (presunto) di denaro nel dopoterremoto. Alcuni episodi di cui il funzionario è accusato sono sconcertanti. I dettagli relativi all’auto blu usata come febbrile alcova, oltre che come dominio personale a spese nostre, indignano. Ma un tempo ai giornalisti si insegnava a non sguazzare nel torbido della cronaca. Oggi viene fuori tutto, anche le intercettazioni dei sospiri. E ci sembra grossolano, oltre che offensivo per l’etica di questa nostra professione. Che è difficile e può distorcersi. Apprendere che l’arrestato impiegò una volta 9 minuti ad avere un rapporto mercenario, francamente, non aggiunge nulla alle necessità della pubblica informazione. Anche perchè certi rapporti… durano anche meno.
Scusate, forse siamo di un altro tempo, ma non ci dispiace: sarebbe peggio appartenere al tempo in cui “vae victis” è lo slogan primario. E l’unico valore è inzuppare il biscotto in una ciofeca maleodorante. No, siamo rimasti a quando c’erano, sempre, dei valori invalicabili. Nei confronti di tutti. E sguazzare significava solo camminare a piedi nudi sulla battigia, lasciandosi carezzare da piccole onde sabbiose, tra conchiglie e granchietti veloci, all’eterno rumore del mare, uguale da quando la storia del mondo albeggiava. A noi sembra che oggi, invece, sia notte fonda, senza alcuna alba in arrivo.
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