Confcommercio: “Ora tagli alle tasse”
Teramo – (Foto: Giandomenico Di Sante) – “Dopo anni di duri sacrifici da parte delle famiglie e delle imprese, il “Piano di rientro” del Servizio Sanitario ha riportato, finalmente, il bilancio del settore in attivo. A questo punto e’ logico, anzi necessario che l’avanzo registrato venga destinato alla riduzione dell’Irap e dell’addizionale Irpef in proporzione del loro apporto al bilancio regionale, per dare, se non altro, un segnale di inversione di tendenza sulla elevata pressione fiscale, non piu’ sopportabile dalle micro, piccole e medie imprese, che sono sul punto di chiudere i battenti, e delle famiglie che sono alla soglia di poverta’”.
La richiesta alla Regione Abruzzo, basata sulla finanziaria regionale arriva dal presidente di Confcommercio Abruzzo, Giandomenico Di Sante e dal direttore Celso Cioni che sottolineano come nella distribuzione delle risorse, sia stato fortemente penalizzato il settore terziario (commercio, turismo e servizi), che piu’ degli altri produce Pil ed occupazione. “Tenuto conto che con l’attuazione del federalismo fiscale e la conclusione dell’attuale ciclo di programmazione delle risorse europee, le disponibilita’ della nostra Regione andranno sicuramente a diminuire, e’ necessario proseguire con maggiore determinazione nella riduzione della spesa corrente al fine di arrivare al pareggio di bilancio ed alla riduzione piu’ consistente del rapporto indebitamento /Pil regionale”, analizza Confcommercio. “Nel contempo, pero’, bisogna dare impulso alla crescita dell’economia, realizzando nella nostra Regione da una parte le infrastrutture necessarie e dall’altra sostenendo lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese”. L’associazione di categoria indica la strada nella riduzione delle imposte regionali e nell’agevolazione del credito tramite le cooperative di garanzia. “In merito ai Confidi e’ necessaria ed urgente la modifica della nuova legge in materia (la numero 37/2010). E’ giusto incentivare con contributi la concentrazione dei Confidi. Nel frattempo, pero’, occorre bloccare il bando Fira in materia”.
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