L’Aquila, esempio da cui tenersi lontani…

(Foto: Obama in piazza Prefettura a L’Aquila) – Se le poco illuminate menti dei reggitori abruzzesi non sono mai riuscite a creare, per il turismo, un’immagine della regione (pensate: siamo al 2 dicembre e nessuno sa dove e se si scia… bisogna frugare su Internet località per località, e non sempre con risultati utili), il terremoto è servito egregiamente a estendere l’idea di chi siamo a tutto il mondo. Uno dei maggiori giornali americani ha scritto: “Per riparare i danni dell’uragano Sandy, non facciamo come a L’Aquila, dove a quasi 4 anni dalla distruzione, niente o quasi è stato ricostruito”. L’Aquila riesce a diventare un riferimento, un simbolo (negativo) sulla grande stampa mondiale. Che successo! Nessuno avrebbe potuto aspettarsi una cosa simile, cioè guadagnare la notorietà globale, ma come esempio da cui tenersi lontani.
Certo, gli americani parlano dell’Aquila e del suo terremoto anche perchè il loro presidente Obama visitò la città, nel luglio 2009, e ne rese note le immagini a centinaia di milioni di persone che non ne avevano mai sentito neppure parlare. Anzi, promise anche degli aiuti, che non sono mai arrivati. Ma diventare un emblema internazionale, costituire argomento di una citazione così autorevole, è insieme qualcosa di sconcertante e desolante. Una specie di coda beffarda a quanto è accaduto negli ultimi anni. Additati come esempio da cui tenersi lontani. Emarginati come afflitti da un’epidemia. Si chiude male questo 2012 durante il quale la ricostruzione, lo dicono gli americani, non s’è vista. Se è un regalo di Natale, è sicuramente anche l’unico che meritiamo.