Sisma: in tv la parata dello scaricabarile
L’Aquila – Il terremoto in tv, stasera nella trasmissione di Rai 3 “Presadiretta” di Riccardo Iacona, e la parata (prevedibile) dello scaricabarile collettivo. L’Aquila e l’Abruzzo non hanno certo fatto una bella figura: leggerezze, sottovalutazioni, omissioni, silenzi orribilmente complici e una pesante, generale sottovalutazione dei rischi sismici. Come scenario, una serie di complicità che sono sicuramente quelle al vaglio della Procura dell’Aquila. L’inchiesta diventa un rebus dal quale dovranno uscire verità scottanti, e tutti si augurano che in parecchi siano chiamati a rispondere. Al centro dell’inchiesta televisiva, due verità che tutti a L’Aquila hanno già sentito e letto: esistevano due dossier, uno chiamato rapporto Barberi e l’altro studio di Abruzzo Engineering. Ambedue i documenti portavano chi avesse voluto leggerli a conoscenza diretta e inequivocabile dei terribili rischi che centinaia di edifici correvano, primi tra i quali la prefettura e la casa dello studente. Ambedue i documenti furono consegnati alla Regione e agli enti locali, che sostengono di non averne mai avuto conoscenza. Solo la presidente della provincia Stefania Pezzopane ha detto in tv chiaramente di aver avuto conoscenza dei rapporti e di aver tentato di avviare le procedure per il palazzo della prefettura e per altri edifici, pur non avendone i mezzi economici e le risorse necessarie. Certo è che dal 2000 o daol 2001 si era consapevoli che molti edifici erano a forte rischio. Ma oggi tutti negano di aver letto o consultato i rapporti scientifici. Dove sono finiti? Chi li ha occultati e trascurati? Questo dovrà acclarare la Procura e questo è sicuramente il cuore delle indagini. Ma, ripetiamo, non è una novità . Altri studi, specie uno sulla natura pericolosa del sottosuolo aquilano, sono scomparsi.
Un discorso a parte è quello che riguarda la casa dello studente, dove lesioni, crepe, fratture e altri segnali inquietanti furono anche di recente sottovalutati o peggio trascurati e ignorati. Una verifica tecnica pochi giorni prima del sisma distruttivo diede a tutti tranquillità , benchè le crepe e le infiltrazioni si moltiplicassero sotto gli occhi di tutti. Meno quelli di chi avrebbe dovuto disporre lo sgombero della struttura che ha causato otto vittime.
La commissione Grandi Rischi, infine, dovrà rispondere della grave sottovalutazione della situazione al 30 marzo e, come appreso stasera, di aver rifiutato di ascoltare i sismologi aquilani dell’Università . Dettaglio che se fosse stato rivelato alla stampa aquilana, avrebbe avuto il suo peso. Invece, ne apprendiamo i particolari sono stasera dalla tv. Che Pettino sia un quartiere sorto sulla faglia, in cui si è continuato e si continua a costruire e a vendere case, con copiosi vantaggi economici per chi fa affari, era arcinoto: ma niente e nessuno a L’Aquila ha mai pensato al terremoto. “Io speriamo che me la cavo”, insomma: un bell’esempio di Italia imbelle e compiacente che ancora esiste. Tant’è vero che si sta progettando e anche costruendo a Pettino e dintorni. Candide testimonianze di chi ha acquistato case a Pettino: “Lei sapeva della faglia? No, mai saputo, e nessuno me ne ha mai parlato”. Ecco la risposta, che potrebbe essere moltiplicata per mille, dalle persone intervistate da Rai 3. Ciò vuol dire semplicemente che a L’Aquila ognuno ha fatto ciò che gli conveniva fare economicamente, senza il minimo ostacolo e senza la minima preoccupazione per i problemi geologici e sismici. La città sismica ha messo la testa sotto la sabbia ed ha incrociato le dita, spazzando via chi poneva il problema. (Nella foto: Il giornalista Riccardo Iacona)
Non c'è ancora nessun commento.