Una risposta alla presa di posizione del Presidente dell’Ordine degli Architetti


Foligno – Riceviamo: “Egregio Presidente, ho letto con attenzione le sue valutazioni sulla notizia che vorrebbe subordinare il rientro di terremotati in abitazioni lesionate a seguito di una perizia rilasciata da un tecnico qualificato che si assume la responsabilità delle sue decisioni.
Per la verità lei amplia il ragionamento a valutazioni di maggior respiro, quali il fallimento del piano C.A.S.E. e il mancato coinvolgimento degli Ordini nelle decisioni del commissario di governo. Non ho competenze né rappresentatività e quindi su questo punto non mi sento di approfondire.
Sulle altre questioni invece vorrei dire la mia, certo che accetterà di buon grado il confronto come è naturale per la carica che ricopre.
Per prima cosa devo premettere che sono un vecchio ingegnere di Foligno. Credo di ragionare con cognizione di causa dato che ho già percorso tutte le tappe che ora anche voi vi accingete a percorrere.
Anche io mi sento di evidenziare la brutta piega che sta prendendo la burocratizzazione del processo di progettazione, controllo e di erogazione dei contributi che non potrà che ritardare l’inizio dei lavori come è già avvenuto in Umbria.
Non concordo invece quando dice che spetta ai tecnici della protezione civile che hanno etichettato la classe di danno, la responsabilità di certificare il rientro. Mi pare che si voglia attribuire a questi tecnici quasi la esclusiva delle competenze che invece sono possedute da molti altri tecnici locali.
Credo che un buon ingegnere o architetto con la dovuta preparazione ed esperienza, possa tranquillamente capire se, con opportune opere di messa in sicurezza temporanea, almeno alcune unità immobiliari di strutture danneggiate possano essere rese agibili o meno. Nei casi dubbi il tecnico non mancherà di prudenza.
Certo che queste decisioni comportano le gravi responsabilità a cui lei fa riferimento nella conclusione delle sue valutazioni.
Sono certo che anche lei condividerà che è tempo che noi tutti iniziassimo ad assumerci qualche responsabilità. Il nostro ruolo ci impone di decidere basandoci razionalmente sulle nostre conoscenze.
Certo che non decidere o fare decidere agli atri è meglio e fa dormire sonni tranquilli, ma in condizioni di emergenza la nostra gente ci chiede risposte rapide. Non possiamo rimandare sempre ad altri la soluzione dei nostri problemi, la prudenza deve essere sostituita da una lucida razionalità tipica del tecnico preparato e consapevole dei propri limiti. In questo senso vedo nella futura ordinanza il segno della considerazione e fiducia che gli organi di governo mostrano vero i tecnici locali. Sarebbe un peccato dire che non ce la sentiamo o peggio che non siamo capaci.
Lei come Presidente dell’Ordine degli architetti si adopererà certamente per vigilare che le dichiarazioni di agibilità degli edifici, non siano sfruttate come mere occasioni di lavoro da tecnici privi delle necessarie competenze, ma siano invece redatte solo da tecnici esperti che sappiano valutare con cognizione di causa le capacità portanti di una struttura lesionata e indicare i puntellamenti necessari, per renderle agibili temporaneamente, magari in attesa della bella stagione o dei progetti definitivi. Certo di non averle mancato di rispetto, mi è grata l’occasione per porgere a lei al consiglio tutto, i segni della mia stima”. Cordialmente, Ing. Giampaolo Ceci.

 

Per completezza, rioportiamo l’intervento inerente la presa di posizione del Presidente dell’Ordine degli Architetti dell’Aquila, che al nostro giornale non è pervenuto come ad altri organi di stampa:
“Agibilità in corso d’opera: la nota del presidente dell’ordine provinciale degli architetti –
Sulla stampa odierna é apparsa la notizia della pubblicazione della Circolare emanata dalla Protezione Civile con la quale, al fine di accelerare il rientro della popolazione negli immobili danneggiati dal sisma, é possibile effettuare tale rientro prima e/o durante i lavori sulla base di una certificazione di responsabilità da parte dei professionisti.
Premetto che il presente documento costituisce una riflessione personale dato che la rapidità degli eventi non ha consentito una consultazione con gli iscritti all’Albo (cosa che avverrà con un assemblea generale, aperta anche ai soggetti in indirizzo, il giorno 16 settembre ore 10,00 presso la sede dell’Ordine localizzata dietro il centro commerciale Amiternum o in altra sede da comunicare).
La questione è complessa ed andava concertata e condivisa da tutti i soggetti coinvolti ed in primo luogo dalla popolazione stessa.
La sorpresa, a mio modesto parere, legata ai seguenti aspetti:
-fallimento in termini numerici del progetto C.A.S.E.;
-presa d’atto delle complessità procedurali messe in atto per la redazione e verifica delle progettazioni (Fintecna/ReLuis/Cineas);
-presa d’atto delle problematiche connesse alla tardiva pubblicazione del prezziario avvenuta il giorno 8 settembre, nonché delle tardive emanazioni della modulistica, del manuale ReLuis, ecc.
In oltre cinque mesi noi che siamo i protagonisti principali della ricostruzione non abbiamo mai avuto il piacere di stringere la mano al Commissario Bertolaso.
Abbiamo avuto un solo incontro con De Bernardinis per ascoltare promesse poi non mantenute.
Non siamo mai stati coinvolti in alcuna scelta che riguardasse il nostro territorio e mai coinvolti in alcuna programmazione o progettazione ed oggi, invece, siamo chiamati a redigere atti di una responsabilità inaudita quale quella di certificare la sicurezza dei cittadini all’interno di immobili non riparati.
Chi si è assunto delle responsabilità le deve portare fino in fondo.
La Protezione Civile ha etichettato le nostre case (A-B-C ecc.) ed alla stessa compete la responsabilità delle certificazioni per il rientro nelle abitazioni.
Come mai ci si accorge solo oggi che non possibile garantire il rientro prima della stagione invernale?
Come mai provvedimenti snelli non sono stati presi prima sentendo gli Ordini Professionali?
Una scelta corretta poteva essere quella di consentire l’avvio dei lavori nelle more di approvazione dei progetti, documentando il tutto all’interno di una perizia di assestamento.
Il mio intervento non deve essere assolutamente inteso come un ostacolo al processo di rientro ma la base per una rivisitazione del provvedimento che mi lascia sconcertato!
I criteri della Circolare sembrano essere emanati da chi non ha mai vissuto un cantiere edile; da chi non ha mai effettuato dei lavori, anche di semplice tinteggiatura,  entro la propria abitazione.
Provate ad immaginare lo stato di sicurezza dei cantieri condominiali con la presenza contemporanea di diverse imprese. Come si può pensare di vivere negli appartamenti mentre si stanno svolgendo i lavori sul corpo scale o mentre le varie ditte stanno operando all’interno delle singole unità immobiliari ?
Un’altra preoccupazione mi sia consentita nei confronti dei giovani professionisti che, magari pressati dai propri clienti, possano redigere certificazioni pericolose e non di loro pertinenza. Un incidente ad un cittadino potrebbe creare problemi di carattere civilistico e penale della durata di svariati anni.
Personalmente preferisco avere qualche cliente in meno ma dormire di notte ! (fuori casa ovviamente !).
Questa volta non ci sto ! Che ognuno si assuma le proprie responsabilità !”.


13 Settembre 2009

Categoria : Cronaca
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