Micron e Sixty, problemi aperti
Avezzano – Micron e Sixty sono i due problemi occupazionali di maggiori dimensioni al momento aperti in Abruzzo. Ve ne sono altri, come quello di 30 dipendenti della Coca Cola a Oricola, ma di dimensioni più contenute, non per questo meno gravi. Per la Sixty di Chieti, appuntamento a Roma per il 6 dicembre, per conoscere la sorte di circa 400 lavoratori di quella che fu, in Val Pescara, un’azienda fiore all’occhiello. Altri tempi. Ora i nuovi padroni, che sono cinesi, non mostrano certo buone intenzioni ma soprattutto celano o negano un vero piano industriale.
Ad Avezzano l’allarme massimo: 700 su 1600 gli esuberi dalla Micron, annunciati ieri, e a quanto pare irrimediabili. Per di più, altre sei settimane di cassa integrazione per almeno 500 persone, a partire dalla fine di dicembre. Il colosso americano ha piedi d’argilla, almeno nello stabilimento di Avezzano, il cui prodotto (sensori di immagine di modello non più attuale) non ha più mercato adeguato. Dunque, senza mezzi termini, si taglia. Per alcuni sindacalisti non è una sorpresa: da mesi la Micron traballava, lasciava trapelare voci su possibili vendite, anzi forse le pilotava per indorare la pillola. Ciò che si chiedeva, un piano industriale con progetti e intenzioni chiari, non c’è mai stato. E ora, con i metodi che l’industria americana usa ovunque nel mondo, se non si vende, si taglia o addirittura – temono in molti – si chiudono baracca e burattini e si va altrove. Poco importano le vite e le sensazioni dei lavoratori, che vendono il mondo crollare loro addosso.
C’è attesa, ma non molta fiducia, per l’annunciato incontro tra il presidente Chiodi e il ministro Passera. Incontro richiesto, ma anche quello di ieri era un incontro al Ministero dello sviluppo: e proprio in quella occasione, è arrivata la notizia-mannaia dei 700 tagli.
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