ADSU su legionella ex Reiss Romoli
L’Aquila – (0,40) – “Con un decreto presidenziale l’Adsu si è impegnata a restituire la cauzione agli studenti coinvolti nel caso-legionella alla ex Reiss Romoli e al rimborso dei canoni pagati nei mesi di ottobre e novembre. Assicuriamo che le borse di studio restano comunque confermate anche per chi ha perso il posto letto, in deroga al disposto degli articoli 11 e 18, lettera h del bando di concorso per la loro concessione, fermo restando i requisiti di reddito e di merito richiesti; ci siamo attivati, a mero titolo premuroso e collaborativo, per cercare soluzioni alternative temporanee o durevoli in attesa di acquisire idoneo certificato della Asl che attesti che la struttura, dopo interventi strutturali e di sanificazione effettuati a cura dell’Università, non è più contaminata”.
Queste le contromisure annunciate dal presidente dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) dell’Aquila, Francesco D’Ascanio, dopo il rilevamento del batterio della legionella da parte dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) all’interno della ex scuola Reiss Romoli, concessa dall’Università in regime di comodato d’uso all’Adsu, limitatamente alla porzione del complesso destinato alla residenzialità studentesca in attuazione di specifica convenzione sottoscritta il 4 settembre 2012, in attuazione del deliberato del Consiglio d’amministrazione dell’azienda del 17 luglio 2012.
“Ringrazio personalmente e a nome dell’intero Cda sia il prefetto Francesco Alecci sia il sindaco Massimo Cialente sia il comandante della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza generale Carmine Lopez, per quanto hanno testimoniato nel farsi carico della vicenda, ciascuno per le proprie competenze”, afferma D’Ascanio.
L’Azienda, ove ne ricorrano le condizioni, ricorrerà alle vie legali nei confronti di chiunque, a qualsiasi titolo o ragione, abbia arrecato danni economici e d’immagine: “La sanificazione era ed è a carico dell’Università – chiarisce D’Ascanio – che è responsabile sia nei confronti della proprietà della struttura che verso di noi che la gestiamo”.
Intanto si studiano soluzioni alternative per i 68 studenti costretti a lasciare le stanze. Il presidente spiega che “25 di loro sono stati ricollocati nelle stanze residue della residenza Campomizzi, scelti in funzione della distanza della rispettiva sede di residenza. Inoltre, sempre a titolo meramente partecipativo e collaborativo per alleviare il disagio ai nostri studenti – aggiunge – ricercato in Città soluzioni alloggiative temporanee o definitive, lasciando agli studenti ogni più ampia facoltà nella decisione ultima che compete solo ed esclusivamente a loro. Abbiamo individuato sia bed & breakfast limitrofi alla facoltà d’Ingegneria che specifiche residenze stabili a prezzi contenuti rispetto alle tariffe normalmente praticate”.
D’Ascanio ricostruisce poi l’intera vicenda. “A giugno la Asl aveva accertato un valore pari a 10 alla seconda di concentrazione del batterio per unità idrica – ricorda – Tra luglio e agosto l’Università ha svolto i primi lavori di sanificazione e il 24 settembre la Asl ha certificato un risultato negativo in merito alle analisi microbiologiche eseguite su campioni prelevati dall’Arta il 29 agosto”.
“Sulla scorta di questo – prosegue – il 10 ottobre abbiamo assegnato i posti e cominciato a far entrare i ragazzi. Abbiamo poi fatto quanto stabilito per contratto: igienizzazione dei locali assegnati, verifiche, pulizie, vigilanza e altro”.
“Il 30 ottobre è arrivata una comunicazione dell’Università che imponeva il divieto di utilizzo da parte degli studenti dell’acqua calda, perché sarebbe stata necessaria una nuova sanificazione. Per precauzione e nell’esclusivo interesse degli studenti abbiamo trasferito presso una struttura alberghiera e convocato un Cda d’urgenza il 2 novembre, per assumere le decisioni necessarie e richiedere informazioni sia all’Università che alla Asl che all’Arta”.
“Dopo queste richieste si è appreso che il 15 ottobre erano stati prelevati altri campioni e le analisi comunicate all’Università il 30 certificavano una concentrazione pari a 10 alla quarta”, prosegue ancora.
“Visto che la Reiss Romoli non sarebbe stata utilizzabile a breve, anche grazie all’intercessione del sindaco Cialente ho avuto un colloquio con il generale Lopez, comandante della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza, per poter utilizzare l’Hotel Sassari all’interno di quella scuola. Ma i lavori di riefficientamento non avrebbero consentito un immediato utilizzo, così abbiamo rinunciato”.
Di qui il decreto presidenziale del 23 novembre con le determinazioni già rese note agli studenti nel loro esclusivo interesse”.
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