Bar ancora re dei consumi
Pescara – MA IL PRESIDENTE DELLA FIPE/CONFCOMMERCIO CARLO MICCOLI AMMONISCE: “OCCORRE ANDARE OLTRE IL DATO” – Miccoli commenta così i dati sui consumi, nonostante le soddisfacenti note sui consumi nei bar che continuano a mantenere, anche se con fatica, il mercato. “Occorre andare oltre il dato generale perche’ la torta e’ sempre la stessa ma e’ aumentato il numero di bar; e’ quindi piu’ difficile per il singolo bar raggiungere il fatturato per sopravvivere sul mercato”
Da un’indagine svolta dalla Fipe/Confcommercio Nazionale sui consumi nei pubblici esercizi emerge che il notevole calo che ha interessato il settore nel suo insieme a causa della crisi economica ha avuto un impatto meno significativo sul mondo del bar. Infatti, con 1,5 miliardi di consumazioni all’anno ed un volume d’affari di 3,9 miliardi di euro il settore bar denota un calo contenuto rispetto ai dati dell’anno precedente. Sono circa 20 milioni gli italiani che più o meno abitualmente entrano al mattino nei 172 mila bar dislocati nel nostro Paese ed il consumatore tipo ha un’età compresa fra 25 e 44 anni è diplomato ed è lavoratore dipendente; la spesa media del consumatore è di 2,60 euro con predilezione per brioche o cornetto accompagnato da caffè o cappuccino. Il prezzo medio a livello Italia della tazzina di caffè è di 0,93 euro mentre quello del cappuccino è di 1,25 euro con prezzi superiori alla media al Nord e al di sotto al Sud. Commenta tale indagine nazionale il Presidente dell’Associazione Bar della Fipe/Confcommercio Pescara, Carlo Miccoli, titolare del Bar Excelsior di Pescara:
“Anche se le statistiche generali fotografano una sostanziale tenuta del settore occorre andare oltre tale dato in quanto sul territorio le nostre aziende soffrono notevolmente. Infatti, la torta è sempre la stessa ma il numero dei bar è fortemente aumentato; si è quindi registrato un notevole abbassamento dei singoli fatturati e oggi è sempre più difficile raggiungere quegli incassi minimi che consentono di mantenere aperta un’attività di caffetteria. Nella nostra provincia tale difficoltà è dimostrata dal fortissimo turn over nel settore con continue aperture di bar che dopo poco sono costretti a chiudere per mancanza di margini di redditività; o anche da situazioni in cui lo stesso bar vede alternarsi gestioni su gestioni senza che alcuna di esse riesca a produrre profitto. La verità è che la crisi si sente ed anche parecchio poiché i nostri prezzi sono nettamente al di sotto della media europea mentre i costi per le materie prime e per il personale sono in costante aumento; la conseguenza è che nel nostro settore si lavora sul filo del rasoio e non sono consentiti errori pena l’espulsione dal mercato. Un mercato con tanta concorrenza necessita di un’elevata professionalità per conquistare e fidelizzare la clientela; riuscire a fidelizzare il cliente è la vera sfida di chi gestisce un bar ed è una sfida difficile perché non basta garantire un servizio sempre all’altezza e prodotti di prima qualità, ma occorre anche essere sottili psicologi e capire chi si ha di fronte al banco bar per toccare le corde giuste e rapportarsi ad esso nella giusta maniera”.
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