A mezzanotte si torna a pescare
Pescara – Da mezzanotte di oggi le barche da pesca abruzzesi torneranno in mare per tentare di riempire le reti. Il fermo biologico, in periodo diverso in Abruzzo rispetto ad altre regioni adriatiche, è terminato e la ripresa, purtroppo, coincide con previsioni meteo non favorevoli. Dal Nord sarebbe addirittura in arrivo un’ondata di freddo con maltempo, venti e nubifragi. Il fermo biologico ha ridotto all’angolo centinaia di ristoranti specializzati in tutti i centri costieri e anche nell’interno. I prezzi sono risultati quasi ovunque aumentati per il poco pesce croato o tirrenico fatto arrivare nelle cucine. Ha dominato la scena il pesce surgelato, quasi sempre servito a prezzi esagerati e senza neppure la cortesia (ma dovrebbe essere obbligo di legge) di avvertire i consumatori e i clienti dei locali.
Serve questo fermo biologico? Per molti no, per altri è imposto in periodi sbagliati, e come sempre persiste la massima confusione sull’argomento. Di fatto, il mare Adriatico è sempre più povero di pesce e nelle reti non cade quasi nulla. Per il pesce azzurro, ottimo e teoricamente economico, la situazione, affermato gli interessati, è gravissima. Intanto lo Stato anche con messaggi pubblicitari ci esorta a consumarlo. L’Italia è troppo spesso un paese da scenaggiata napoletana, non da Pulcinella. La Federpesca lancia i soliti allarmi, da sempre inascoltati: occorre ripensare le regole della pescara, occorrono risorse che vi sarebbero, se qualcuno fosse capace di prenderle e utilizzarle, come si fa in altri paesi europei. Come in tutte le cose, la verità è fatta di numeri: sempre meno pescatori, sempre più alti i costi di gestione, sempre più provate le imprese che praticano l’attività ittica. L’Italia importa pesce a tutto spiano, da paesi europei che si affacciano sul medesimo mare, vicini a noi, ma più capaci di noi di affrontare situazioni e problemi. Viene il sospetto che a troppi stia bene così e stia benissimno che qualcuno faccia fortune importando e trasportando. Chi sa cosa c’è sotto. Sicuramente, non l’onestà delle sane politiche e del giudizioso utilizzo delle risorse, specie europee.
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