Province? Più che altro silenzio e campanili


Pescara – (di Stefano Leone) – CHE ABBIANO VINTO ANCORA I CAMPANILI? – NE PARLIAMO CON DI PRIMIO E TESTA – (Foto: Di Primio e Testa, e sotto l’Abruzzo com’è e come potrebbe essere…) - Il grande dibattito sul piano di riordino delle Province è sparito in men che non si dica; dichiarazioni, dibattiti, tavoli tecnici, costituzioni di CAL (Consiglio Autonomie Locali), insomma urla e grida nella savana per poi…vedere passare un topolino! Fuori dalle metafore, della serie italianamente vostri, anche il tanto sbandierato piano di riordino delle Province, per applicare il taglio della spesa, si sta insabbiando come insabbiato è il porto di Pescara.
Lo ha detto a chiare note venerdi scorso Gianfranco Fini, ospite di un ampio dibattito a Montesilvano. La norma si sta lentamente ma inesorabilmente insabbiando nei corridoi del Senato e, quantunque dovesse venirne fuori finirà in qualche cassetto di una legislatura che volge al termine. Morale: tutto è rimandato al prossimo Governo, come dire si ricomincia da capo. E non poteva essere altrimenti in un Paese, l’Italia, dove si parla di globalizzazione solo quando a globalizzare sono i giardini degli altri ma quando si tocca il proprio apriti cielo! Ben doveva saperlo quella mente che, in nome di un risparmio quanto mai improbabile, pensò l’attuale piano e non di eliminarle definitivamente tutt, come sarebbe stato logico, e ricollocare il personale fra gli Enti Comune e Regione. Invece? Invece prima ha dato delega ad organi costituitisi localmente per poi finire come si prevede che finisca: una bolla di sapone. Abbiamo intercettato il Sindaco di Chieti Umberto Di Primio in viaggio verso Roma e gli abbiamo chiesto un parere sull’argomento soprattutto sulla previsione di Gianfranco Fini:
“Non ho elementi, come probabilmente ha Fini, per fare una previsione del genere; personalmente direi che non credo possa avvenire quanto dichiarato dal Presidente della Camera anzi. E’ già calendarizzato che il 3 dicembre prossimo ci sia il tavolo che dovrà esaminare e valutare gli emendamenti poi il passaggio alla Camera; non ho documenti scritti che asseriscano la variazione temporale dei 60 giorni entro i quali bisognerà convertire il documento”.
-Quanto ritiene utile questo provvedimento che al solito appare come un provvedimento che non voglia scontentare nessuno e che invece ha riproposto il clima tutto italiano di “guelfi” e “ghibellini”?
“Personalmente ritengo che le riforme vadano fatte in modo radicale; se risparmio ci deve essere allora sarebbe stato bene dire via tutte le Province, ma via anche con il taglio dei parlamentari, via anche con il taglio di Enti inutili, di partecipate e consulenze esterne alle Amministrazioni mettendo in atto, comunque, un piano per salvaguardare il posto di lavoro dei tanti dipendenti pubblici che inevitabilmente si troverebbero in esubero. Veda, i tagli vanno fatti ma non sui servizi al cittadino; il taglio delle Province non ritengo possa essere la panacea per un risparmio che risani chissà quale debito. A fronte dell’abolizione di questo Ente ci si rende conto di quanti uffici che dalle Province dipendono verrebbero meno?
-Non ritiene che, paradossalmente, un provvedimento per l’abbattimento della spesa ha creato, invece, altre spese? Ci riferiamo a costinuzione di CAL, trasferte, cortei, fiaccolate.
“Si, da un certo punto di vista ha ragione; ma la spesa per esercitare per così dire la protesta, è assolutamente irrisoria rispetto al danno che il provvedimento stesso può creare”.
Dello stesso tenore la risposta del Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa.
-Presidente Testa, l’On. Fini ha detto l’altra sera a Pescara, che il discorso Province verrà, con tutta probabilità rimandato al prossimo Governo.
“Le Province italiane, compresa la nostra, non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sullo stop che Governo e Parlamento avrebbero deciso, seppur tacitamente, in merito al riordino delle Province. Per noi il quadro rimane immutato, dunque, e non sappiamo ancora come si andrà avanti su questa vicenda. Non sappiamo quindi se gli assessori dovranno lasciare la Provincia all’inzio del 2013 e se, come si era detto, si andrà al voto alla fine del 2013. Continuiamo però a lavorare, come abbiamo sempre fatto, portando avanti i nostri progetti, pur sapendo che anche per il prossimo anno si annunciano tagli pesanti al Bilancio da parte del Governo, e questo ci preoccupa non poco perché , come è facilmente intuibile, la coperta è sempre più corta”.
-Appare alquanto bizzarro, però, che si spendano soldi, seppur in minimissima parte, per protestare contro un provvedimento teso a risparmiare.
“Quanto all’iter seguito fino ad oggi per gli accorpamenti delle Province non avremmo potuto fare altro se non partecipare a tutte le riunioni a cui siamo stati chiamati a partecipare, ad esempio quelle del Consiglio delle autonomie locali, per seguire questa delicatissima vicenda che, ricordo, non riguarda solo le Province ma anche gli Enti territoriali dello Stato e quindi i servizi ai cittadini”.
Intanto qualche segnale, da lontano ma riconducibile non certo ad azioni a caso, arriva in vista dei tempi nei quali si metterà mano ai tagli dell’Ente Provincia: qualcuna, (vedi quella di Chieti della quale diamo notizia a parte), ha iniziato a fare il censimento dei beni immobili patrimonio dell’Ente. Qualche voce di corridoio afferma che potrebbe essere il timido, lento ma inesorabile avvicinarsi dello squillar di trombe per il de profundis delle Province che, potrebbe anche essere lasciato in eredità al nuovo Governo ma, per ora, darebbe forza alle dichiarazioni del Presidente della Camera Fini. Chi vivrà vedrà. Per ora ognuno si tiene stretto il proprio campanile e cerca di suonare le sue campane più forte del campanile del vicino. Italianamente vostri.


26 Novembre 2012

Categoria : Politica
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