Qualità vita, L’Aquila si inabissa


L’Aquila – ECONOMICAMENTE, L’ABRUZZO SOFFRE PER IL DIFFICILE ACCESSO AL CREDITO – Nell’indagine sulla qualita’ della vita nelle province italiane, pubblicata oggi da Il Sole 24 ore, le quattro province abruzzesi si collocano tra il 62esimo e il 74 posto. Al 62esimo c’e’ Teramo, che ha guadagnato sette posti in classifica rispetto allo scorso anno. Al 65esimo posto c’e’ Chieti, che invece ha perso un posto in classifica. Al 72esimo posto c’e’ Pescara, che ha guadagnato un posto, e infine al 74esimo posto c’e’ L’Aquila che ha perso quattro posti in graduatoria. Il peggioramento della qualità della vita nel capoluogo, del resto, è sotto gli occhi di tutti e viene rilevato e lamentato ogni giorno da cittadini, ma anche da politici, organizzazioni, associazioni e gruppi. La situazione è di assoluto regresso e degrado, e tutto è peggiorato tra il 2011 e il 2012.
In Italia, la prima classificata e’ Bolzano, l’ultima e’ Taranto. La classifica e’ stata elaborata tenendo conto di una serie di fattori: affari e lavoro, ordine pubblico, popolazione, servizi, ambiente e salute, tempo libero e tenore di vita.

CASTIGLIONE – Sotto il profilo economico, le cose non vanno meglio per la nostra regione, sempre seecondo Il Sole24Ore. Per l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, “i dati esposti dall’indagine pubblicata sul “Sole 24 ore” di oggi, ed effettuata dalla Fondazione Impresa, pongono l’Abruzzo tra le ultime regioni d’Italia per le performance legate all’accesso al credito”.”Su un crollo complessivo nazionale del 4,91 per cento – sostiene l’Assessore – l’Abruzzo partecipa a tale performance negativa con un – 6,69 per cento di impieghi vivi erogati alle nostre imprese rispetto al 2011. Tale dato e’ diretta conseguenza, oltre che delle regole imposte al mercato creditizio, di un sistema regionale della garanzia non performante, perche’ caratterizzato da confidi non sufficientemente patrimonializzati per poter assicurare alle imprese l’aiuto e l’assistenza all’accesso al credito”. Per Csstiglione “in un momento storico in cui la crisi morde le nostre imprese ed in cui il sistema bancario non e’ stato mai cosi’ attento al tema delle garanzie e mai restrittivo come negli ultimi tempi, bisogna rendersi conto che il peso delle garanzie risulta essere lo strumento decisivo per superare livelli cosi’ elevati di credit crunch, e in questo contesto il ruolo di tale strutture e’ decisivo quale strumento che ha il fine di avvicinare il mondo produttivo al mondo bancario, svolgendo con maggiore efficienza e maggiore professionalita’ un’azione di cerniera tra questi due mondi che devono trovare necessariamente un equilibrio stabile”. La legge di riforma dei confidi (L.R. n. 37/2010), legge di indirizzo che “non va evidentemente a tutelare lo status quo dei confidi esistenti, e’ nata proprio con l’obiettivo di rafforzare il sistema regionale dei consorzi fidi, in un momento in cui la proliferazione accentuata di strutture, molte delle quali scarsamente patrimonializzate, imponeva, ed ora impone ancor piu’, un cambio di marcia verso una nuova organizzazione del sistema regionale della garanzia. E’inammissibile pensare che in Abruzzo, secondo dati recenti diffusi da Banca d’Italia, operino 105 confidi di cui 40 con sede nel territorio regionale. Chi si oppone ai dettami della legge non vuole intendere quali sono effettivamente le esigenze del mondo che produce e del sistema bancario, in un momento cosi’ delicato dove, ad essere minato, non e’ il sistema dei piccoli confidi, che devono procedere a fusioni e accorpamenti come tutti certificano, ma e’ il sistema delle PMI”. Per l’Assessore sono proprie le Pmi che “pagano la debolezza dei finanziamenti al sistema produttivo abruzzese che i dati su menzionati dimostrano. Le nostre PMI devono avere strumenti di garanzia virtuosi e tali da poter accedere al credito in maniera efficace, mentre in Abruzzo assistiamo ancora a delle resistenze che le nostre imprese stanno pagando a caro prezzo.


26 Novembre 2012

Categoria : Cronaca
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