Febbo rammaricato? Il marinaio gliela canta
Pescara – (di Stefano Leone – foto Massimo Leone) – “INABRUZZO.COM” CON LA MARINERIA, E UN PIATTO DI PASTA E FAGIOLI – LA SOLUZIONE C’E', MA… COSTA TROPPO POCO – I marinai bloccano un molo e si preparano a manifestazioni eclatanti. Dicembre, per loro, sarà un mese magro e pieno di problemi. InAbruzzo.com ha scelto di vivere con i marinai una giornata, parlando con loro, anzi lasciandoli parlare per rispondere all’assessore Febbo, le cui parole abbiamo riferito in precedenza. E’ rammaricato l’assessore, per come parlano di lui i marinai?
Sentiamoli, allora.
La risposta di “uno dei rappresentanti della marineria” come l’ha chiamato l’Assessore regionale alla pesca Mauro Febbo. Quell’uno dei rappresentanti l’Assessore lo conosce benissimo, (e benissimo avrebbe fatto a chiamarlo per nome; è solo un fatto di stile Assessore Ndr), si chiama Camillo Grosso che tutti (ma davvero tutti), conoscono come Mimmo. E’ il portavoce dei suoi colleghi, è colui il quale da voce a chi la propria l’affida a lui. La risposta alla dichiarazione di
“…quell’Assessore che si dispiace…” è riferita al dispiacere dichiarato dall’Assessore Febbo nel sentire che la marineria, per bocca di Mimmo Grosso, addossa colpre e responsabilità all’Ente Regione.
“Non è affatto così; l’Assessore forse parla di altre cose! Noi abbiamo sempre detto, e lo ribadiamo, che ringraziamo per tutto ciò che è stato fatto fino al prossimo 3 dicembre ma da quella data in poi dovranno trovare loro la soluzione al problema che siamo ancora prigionieri nel nostro porto. Questa è una situazione che non abbiamo voluto noi; noi vogliamo solo lavorare come abbiamo sempre fatto. La Regione non ha colpe, la provincia non ha colpe, il Comune non ha colpe, la Capitaneria di Porto non ha colpe, il provveditorato alle Opere Marittime non ha colpe, (il tono della voce si alza Ndr), di chi è la colpa? Chi ha ridotto il porto di Pescara in queste condizioni? I pescatori? La politica lo ha ridotto così e questo lo sanno bene tutti e la politica dopo il 3 dicembre dovrà trovare la soluzione. Pensavamo di poter tornare in mare a dicembre ma così non sarà. Dicembre è per noi un mese nel quale si riesce a commercializzare il pescato più di ogni altro periodo dell’anno e questo ci avrebbe permesso di affrontare anche i mesi di gennaio e febbraio, notoriamente molto difficili per noi, in maniera più agevole. Invece eccoci ancora qui. Sono tre anni che questa situazione va avanti, tre anni – ripete Grosso con voce ferma e toni alti – chi ha voluto che accadesse questo? Chi? Noi non di certo. E ora se ne esce il sig. febbo e si dice dispiaciuto per la nostra rabbia? Perché non viene qui a trovarci al gazebo che glielo spieghiamo noi con calma cosa si sarebbe dovuto fare con pochi soldi e poca fatica. Allungare i due bracci del porto canale e bucare la diga foranea punto”.
E ci porta vicino ad un capitello facendoci vedere le foto di com’è ora e come semplicemente bisognerebbe fare. La soluzione appare anche a noi come una soluzione semplice, pratica e di poche pretese di spesa; poi riflettiamo un attimo e, insieme a Grosso commentiamo che forse proprio perché è troppo semplice non può essere attuata. In una Pescara baciata da un sole tiepido e vergognoso ma che comunque rende gradevole l’arco della giornata, siamo andati a trovare i marinai sulla banchina del molo nord dove, da ieri sera hanno costituito un presidio fisso con un gazebo che, ancora oggi stavano accessoriando. Lo spazio non manca. Una tavolata lunga e comoda. Un televisore già in funzione, sono in attesa di due funghi da riscaldamento poiché il progetto prevede il presidio H24. All’ingresso del grande gazebo cartelli e striscioni. Persino i progetti particolareggiati del piano regolatore portuale. Dunque, la prima notte è trascorsa e timidissimo sole di oggi appare come un saluto benevolo al popolo del mare. Li troviamo a pranzo tutti insieme; una bella tavolata allegra, nonostante preoccupazioni e problemi, con al centro una grande pentola stracolma di “sagn’e faciul” (pasta fatta in casa e fagioli per i non abruzzesi). La consueta e proverbiale ospitalità del popolo del mare non si smentisce; nel giro di pochi secondi, dopo essermi presentato, mi ritrovo seduto a capotavola accanto proprio a Mimmo Grosso e, non faccio in tempo a sedermi che un piatto con porzione generosa e accessoriato di posata, me lo trovo davanti come per incanto. Il profumo è fantastico, il sapore assolutamente eccellente. Inevitabile arriva anche un bicchiere di energico vino nero che macchia il bicchiere ma qui, la mia compagnia si ferma a causa di un aspetto da astemio che mal si addice nel contesto. Ma tant’è. Mi chiamano subito per nome, come ci conoscessimo da sempre e si percepisce totalmente una cristallina propensione alla fraterna amicizia, senza fini reconditi. Mimmo Grosso si fa portavoce:
“Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci stanno sostenendo in questa nuova iniziativa; vogliamo dire grazie a chi si sta adoperando per approvvigionarci dei pasti: i ristoranti Ferraioli, La Murena, La figlia di Attilio, iconicella di letto Manoppello e un grazie anche alla Cantina Sociale Tollo. Questa mattina abbiamo ricevuto la visita del Presidente della Provincia Guerino Testa e di Acciavatti in rappresentanza della Pescara calcio il quale ci ha portato anche il saluto e la solidarietà del Presidente Sebastiani. Sono attestati che ci fanno piacere e dei quali abbiamo bisogno per sentire vicino la città e le organizzazioni”.
Faccio fatica a mangiare poiché l’accalorato e appassionato modo di Mimmo Grosso è coinvolgente; gli altri ci fanno da contorno partecipando alla esposizione. C’è comunità d’intenti e si percepisce; Mimmo è un uomo di mare pragmatico e deciso ma anche dai modi accoglienti e ragionevoli, come tutti d’altronde.
“Siamo davvero al teatro – continua – ormai è una situazione grottesca; e quel signore, (allude all’Assessore regionale Febbo Ndr), si sente dispiaciuto per le nostre lamentele! Siamo totalmente prigionieri questo devono saperlo tutti. Chi di noi ha le barche grandi non può trasferirsi nei porti vicini poiché non c’è posto, (Vasto, Ortona, Giulianova), ma ora anche chi ha le barche piccole non può più uscire in quanto, la Capitaneria di Porto, ha emesso un’ordinanza nella quale si asserisce che si potrà uscire ma con mare solo sotto “forza3”; è come dire non potete uscire mai dal momento che in questi periodi il mare è sempre forza 3 o di più, dunque?”.
Hanno dunque scelto di essere visibili giorno e notte i marinai di Pescara; il loro gazebo non si può non notare transitando sul lungofiume nord; hanno scelto il luogo a loro più caro e consueto, il luogo che gli consente comunque di stare accanto ai loro pescherecci all’ancora ormai da troppo tempo. E’ come a voler coccolare con la loro presenza il mezzo che a loro da la possibilità di tirar su famiglia e di vivere. I pescatori e le loro barche; qualcuno dovrà farsi carico di uno scempio perpetrato ai danni di uomini, forse un po’ duri, ma sicuramente infaticabili lavoratori al di la di chi si dispiace per il fatto di sentire urlare rabbia e dolore per non poter mettere nulla sulla tavola di casa. Mimmo Grosso, ci saluta con un detto molto in voga fra i marinai, che è un messaggio all’aria per chi saprà raccoglierlo, dal momento che le performans elettorali sono iniziate pur se in maniera velata:
“Chi c’ha battèzza c’ è compare”
A buon intenditor…
COM’E’ E COME POTREBBE ESSERE
Le foto mostrano l’imboccatura del porto canale com’è e come potrebbe essere (immagine con crocetta rossa) con un modesto intervento di riduzione della diga foranea. Una spesa irrisoria e un risultato, secondo i marinai, garantito. Perchè non si fa? “Perchè costa troppo poco e i politici non sono attratti da interventi economici…” è la risposta maliziosa. Resta il fatto che l’intervento semplice rimane pura teoria.
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