Morte Confidi e fine piccoli imprenditori


L’Aquila – FINASCOM L’AQUILA – COOP. ARTIGIANA GARANZIA AVEZZANO – CONSORZIO FIDI FINART L’AQUILA – LIBERA COOP. ARTIGIANA GARANZIA L’AQUILA – COOPERFIDI L’AQUILA – ASCOMFIDI IMPRESE AVEZZANO – ASCOMFIDI SULMONA – CONFIDI TERAMO – COFIDI CHIETI – ASCOMFIDI PESCARA – EDILCONFIDI L’AQUILA – COOP. ARTIGIANA GARANZIA CITTA’ DI TERAMO E PROVINCIA – COOP. ARTIGIANA VALLE TAVO E FINO DI MONTESILVANO – FINAPI PESCARA CHIETI – TERFIDI TERAMO – COOP. GARANZIA COMMERCIO E TURISMO PESCARA – COOP. GARANZIA CREDITO E VILUPPO ORTONA scrivono:
“Una legge di riordino dei Confidi può essere uno strumento utile alle imprese se pensata, condivisa e calata su una realtà, quella abruzzese, senza stravolgerla in un impianto che, come i dati hanno sempre dimostrato, funziona ed è funzionale.
L’Assessore Castiglione ha invece pensato ad un argomento forte solo per caratterizzare la sua carriera politica che, nonostante tutto, oggi langue soffocata da una serie di errori grossolani ed imposizioni dittatoriali di norme che solo lui e Confindustria Abruzzo trovano rispondenti.
Sarà forse un caso che questo “connubio”, da sempre, invece di cercare una soluzione che ben 21 sigle tra Organizzazioni di Categoria e Confidi attivi sarebbero ben lieti di proporre, continua imperterrito a voler imporre alternando attacchi strumentali e argomentazioni farraginose, ma il sapore che se ne ricava è solo quello di un dualismo di interessi incrociati tipico di vecchie metodologie di potere.
Del resto la posizione dei sottoscrittori del ricorso, che rappresentano e tutelano 16.000 imprese socie garantendo loro al 31/12/2011 ben 148 milioni di euro, è stata ribadita con sentenza netta ed insindacabile dell’Antitrust, anche se il “muro di gomma” Alfredo Castiglione continua ad interpretarla come solo lui pensa, ed è stato ormai riconosciuto da più parti che la legge, così com’è, rischia di essere un ulteriore danno a carico dell’intero sistema produttivo regionale creando un enorme vantaggio a pochi interessati “affaristi” tra i quali è facile individuare i sostenitori della norma.
Il risultato? Le aziende stanno morendo per mancanza di liquidità, le banche restringono il credito e la Regione Abruzzo con la legge 37/2010 che fa? Mette i paletti sull’unico strumento che funziona: i consorzi fidi.
Chiediamo che la querelle infinita, dovuta alla sola testardaggine ed alle evidenti “convenienze” di Alfredo Castiglione e Mauro Angelucci, venga terminata e ricondotta ad un più civile e costruttivo momento di confronto e di riconciliazione con le Parti interessate al fine di operare esclusivamente per il bene comune in un momento in cui le aziende boccheggiano e non trovano né tempo né più pazienza per sopportare le manie di protagonismo che spesso caratterizzano la politica locale”.


23 Novembre 2012

Categoria : Economia
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