UIL, piattaforma sull’industria abruzzese


Pescara – Questa, rende noto il sindacato UIL Abruzzo, la piattaforma approvata dall’Assemblea regionale sull’industria il 23 novembre:
“Rendere operativo il finanziamento FAS su automotive, costruendo un filo diretto tra Regione e Fiat, accompagnando il restyling del Ducato con azioni che ne favoriscano il consolidamento e radicamento in Abruzzo e aprendo il confronto sull’ampliamento dell’indotto nella nostra regione; affrontare le crisi Micron, Honda, ATR, Merker, etc, non sulla difensiva e non solo con ammortizzatori, ma con politiche industriali; dotare di risorse FAS i piani di rilancio d’area delle aree di crisi; impegnare l’unità di crisi non solo per le aree di crisi ma per le aziende in crisi, in raccordo con il Ministero Sviluppo Economico; etc: DIFENDERE, CONSOLIDARE, SVILUPPARE L’INDUSTRIA ABRUZZESE.

1. L’industria, con particolare riferimento alla grande impresa, ha rappresentato la differenza tra l’Abruzzo e il resto del Mezzogiorno, ma il valore dell’industria per l’Abruzzo non è mai stato capito dal grosso della classe politica abruzzese.

2. Politiche regionali per le attività produttive e lo sviluppo: bene la legge regionale 40/2012; malissimo lo smantellamento dei consorzi industriali invece della loro riforma; aggiungere alle politiche di contesto quelle specificamente industriali e all’attenzione ai territori quella alle aziende.

3. Nel mondo si vanno moltiplicando i segnali di una rinnovata consapevolezza del valore dell’industria: in Italia no, vedi in casi Fiat ed Ilva. L’Abruzzo prenda coscienza di essere una delle maggiori regioni industriali d’Italia. Battere le posizioni che contrappongono ambiente e lavoro, turismo e industria.

4. È in atto in Abruzzo una pesante distruzione di apparato industriale e di posti di lavoro: bisogna rispondere non solo con politiche difensive ed ammortizzatori, ma anche, dove è possibile, con soluzioni innovative e politica industriale.

5. Istituire presso la Presidenza della Giunta Regionale una funzione deputata al filo diretto tra la Regione e i grandi gruppi presenti in Abruzzo, a cominciare da Fiat e Finmeccanica.

6. L’unità di crisi deve occuparsi non solo di aree di crisi ma anche di aziende in crisi e diventare l’interlocutore dell’Abruzzo con il tavolo nazionale delle crisi presso il MISE.

7. Assicurare per gli anni 2013-2015 risorse adeguate per gli ammortizzatori sociali, inclusa la cassa in deroga, per mantenere il legame tra quanti più lavoratori possibile e il rispettivo posto di lavoro.

8. Rendere rapidamente operativo il finanziamento del Campus Automotive Val di Sangro con i fondi FAS e dargli respiro regionale. Dare seguito all’incontro Regione-Fiat dell’11 marzo 2011 e aprire un confronto con Fiat sullo sviluppo in Abruzzo dell’indotto.

9. Dare rilievo nazionale alla vertenza Honda, aprendo presso il MISE un’interlocuzione con la casa madre giapponese sul futuro dello stabilimento italiano.

10. Uscire dalla crisi ATR strutturando il Polo del Carbonio, finanziando la relativa legge regionale e valorizzando la valenza nazionale dell’insediamento.

11. Merker, Gruppo CIR: soluzioni legislative nazionali sul tema della sicurezza stradale e dell’affidabilità dei mezzi per fare politica industriale e della sicurezza che valorizzi il primo produttore nazionale di rimorchi.

12. Crisi Micron: un tavolo di settore della microelettronica presso il MISE per verificare la possibilità di uscire dalla crisi rinnovando ed ampliando le sinergie produttive, tecnologiche e di mercato tra Micron Italia e ST.

13. Chimica. Valorizzarne le eccellenze, sostenere i laboratori di ricerca di chimica farmaceutica, compiere il processo di bonifica e reindustrializzazione del Polo Chimico di Bussi.

14. Idrocarburi. Portare a livello regionale il Protocollo di intesa sul settore idrocarburi di Chieti del 17 gennaio 2011, difendere il settore dall’attacco indiscriminato cui è sottoposto e che ha già causato la perdita di aziende e posti di lavoro qualificato.

15. Tessile-Abbigliamento: perseguire le politiche di qualificazione delle produzioni, che sole possono ridare slancio al settore, sottraendolo alla competitività basata elusivamente sui costi.

16. Agro-alimentare. Ci vuole una politica inter-settoriale, integrata con il turismo.

17. Edilizia. I ritardi della ricostruzione non hanno ancora dato concretezza alle aspettative di vedere funzionare il più grande cantiere d’Europa: bisogna superare i blocchi e dispiegare le potenzialità lavorative ed economiche del post-terremoto.

18. Aree di crisi. Risorse FAS per i Piani di rilancio d’area delle aree di crisi, non solo per la Valle Peligna.

19. Valle Peligna. Bene l’impostazione (progetti strategici Marelli, Reginella d’Abruzzo, Spumador, e progetti minori); ora, accelerare.

20. Val Vibrata. Proporre la quota regionale ex-risorse FAS come co-finanziamento del piano bi-provinciale sovra-regionale costruito da Teramo ed Ascoli.

21. Fisco. Restituzione a cittadini e imprese delle maggiorazioni delle tasse regionali (Addizionale Regionale Irpef ed Irap) non più necessarie ai fini del pareggio dei conti della sanità; introduzione della progressività nel prelievo Irpef regionale.

22. Istruzione, Formazione, Università: definire un percorso per l’integrazione/federazione/unificazione delle tre università abruzzesi.

23. Riforma vera della Pubblica Amministrazione regionale.

24. Macroregione Adriatico Ionica e Corridoi Europei. Tre obiettivi vanno perseguiti da subito: partecipare alla stesura della strategia della Macroregione, individuando le modalità con il Ministero degli Esteri; portare giù il corridoio Balcanico-Adriatico, che oggi si ferma a Ravenna; candidare l’Abruzzo ad essere sblocco del corridoio Est-Ovest che finisce a Ploče, Croazia, di fronte a noi, e fare da ponte Adriatico-Tirreno in direzione Roma/Civitavecchia.

25. Infrastrutture. Farne un tema chiave nel prossimo incontro con il Governo, concentrando le richieste su investimenti possibili nell’attuale situazione di scarsità relativa di risorse: nella portualità, nel completamento delle opere utili del ciclo 2000-2006, per concretizzare il “land bridge” Adriatico-Tirreno.


23 Novembre 2012

Categoria : Economia
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