Ricostruzione, perchè Pantalone dovrebbe “cacciare” tutti i soldi?


(di Giampaolo Ceci) – Si é consolidato all’Aquila un principio errato e pericoloso oltre che ingiusto, secondo cui lo Stato dovrebbe assistere le popolazioni colpite dal sisma risarcendole di TUTTI i danni subiti, quasi che sia esso stesso il responsabile dei danni e lutti prodotti dalla attività tellurica.
Questa concezione ha fatto instaurare nelle popolazioni colpite dalla calamità la convinzione che non debbano sborsare neppure un euro per riparare di anni che il sisma ha causato loro.
In questo contesto illogico mi sorprende che non si sia chiesto anche il rimborso dei danni derivanti dei furti nelle abitazioni rimaste incustodite!
Secondo qualcuno, lo Stato quindi, non solo dovrebbe pagare le riparazioni e le migliorie sismiche, ma addirittura dovrebbe approntare un servizio completo che includa anche i traslochi dei mobili prima e la loro ricollocazione dopo i lavori.
Mi pare che il concetto di solidarietà stia degenerando.
La convinzione è stata confermata dal fatto che lo Stato non solo si é fatto carico di costruire interi villaggi (con vettovaglie e mobilio), ma ha cominciato addirittura a sostituirsi ai singoli proprietari entrando nelle loro case per puntellarle, come se fosse lui il proprietario.
Eppure, per evitare che questa concezione radicasse così profondamente sarebbe bastato che piuttosto che “regalare” i puntelli , lo Stato avesse concesso un contributo a fondo perduto ai proprietari, perché provvedessero da soli a puntellare le loro proprietà tramite ditte e professionisti di loro fiducia, assumendosi direttamente le responsabilità dei lavori e dei danni eventualmente provocati a terzi per loro incuria, come prevede il codice civile.
Ma non basta ancora, la convinzione che tutto sia dovuto trova il suo massimo fondamento dal fatto che lo Stato ha deciso di indennizzare al 100% i proprietari delle abitazioni inagibili. In pratica regalerà a tutti i danneggiati la casa ex novo con tanto di migliorie energetiche, ascensori e percorsi per i disabili, anche se gli edifici erano fatiscenti o abbandonati prima del sisma.
Va bene per le abitazioni, ma che centrano le migliorie; perché almeno quelle non se le pagano i proprietari che vogliono realizzarle?
La concezione che lo Stato deve pensare a tutto ha ingenerato aspettative oggettivamente eccessive per un paese sull’orlo della bancarotta.
La popolazione ha assimilato questa concezione e la ricostruzione ha fatto diventare ovvio ciò che non é.
Subdolamente si è radicata una mentalità pericolosa perché tutti attendono che sia lo stato a provvedere a tutto gratuitamente frenando ogni autonoma iniziativa.
Il sisma è diventata una occasione da sfruttare in ogni modo: tanto paga Pantalone.
Non importa cosa fare, infatti mancano piani di sviluppo e le procedure di spesa, l’importante è che lo Stato “cacci i soldi” non importa da dove li prende e neppure per fare che cosa.
In questo contesto il Presidente dell’Ance denuncia i pericoli per la mancata manutenzione delle puntellazioni che ormai sono state montate qualche anno fa, lasciando intendere che sia ovvio che ci pensi lo Stato come ha fatto in passato usando soldi pubblici
Io penso invece che sia ora di riportare la questione entro il suo argine naturale.
I puntelli che lo richiedono devono essere manutentati con spese a carico dei proprietari degli immobili se vorranno farlo. Se non lo volessero fare si renderanno responsabile dei danni provocati a terzi dalla loro decisione.
Perché mai dovrebbe pensarci lo Stato se le proprietà sono private? Lo Stato non fa già molto restituendo a tutti la casa rimodernata.
Temo però che la mia risposta sia troppo ingenua se le mie illazioni fossero vere.
Bisogna trovare altri soldi, per continuare il gioco, per guadagnare qualche cosa in più.
Se non vi fossero stati lutti e tragedie, anche a me verrebbe da ridere.


19 Novembre 2012

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