Italia Futura: “Mettiamoci al lavoro”


Pescara – (di Stefano Leone) – (ore 0,35) – CORALE ESORTAZIONE: RICOSTRUIRE L’AQUILA – (Foto: alcuni momenti della manifestazione, tra i quali il nostro Leone con Raffaele Bonanni) – Ieri a Roma. Location di prestigio, gli Studios di via Tiburtina. Convention nazionale di Italia Futura che presenta il suo manifesto per il cammino “Verso la Terza Repubblica”. E l’Abruzzo c’è. E con l’Abruzzo c’è L’Aquila che si fa notare alle migliaia di intervenuti con uno striscione che, con il logo e ai colori di Italia Futura, capeggia una scritta centrale: “Ricostruiamo l’Italia, ricostruiamo L’Aquila”. L’Abruzzo ha risposto nella maniera più proponibile e appassionata possibile; con a capo il Presidente regionale Giulio Cesare Sottanelli, membri del Direttivo regionale, i Responsabili Territoriali di tutte le province, iscritti ed aderenti hanno partecipato alla convention arrivati da ogni angolo della regione. Di questo si è rallegrato, oltre che l’intero il management di Italia Futura facendo plauso all’impegno e allo spirito di appartenenza abruzzese, proprio uno degli ospiti di punta della convention quel Raffaele Bonanni, segretario nazionale della CISL e abruzzese verace il quale, a fine evento, ha avuto modo nei saluti privati, di scambiare simpaticamente anche qualche battuta di saluto in abruzzese con i corregionali. Ha spiccato L’Aquila che, con uno striscione sobrio ma incisivo, ha richiesto in modo silenzioso ma evidente un impegno per ricostruire l’Italia e ricostruire L’Aquila. I Responsabili Territoriali aquilani, impegnati nella costruzione sul territorio del pensiero di Italia Futura, con l’appoggio dell’ufficio di presidenza regionale e di tutto il Direttivo regionale, propongono questo loro impegno mettendo a disposizione idee e proposte ai fini di una ricostruzione della città che appare ancora ferraginosa e lontana da addivenire. Proposte che arrivino dal basso, dalla gente che ormai quasi nessuno più ascolta e fare da megafono alle loro istanze. Italia Futura Abruzzo dunque, dopo l’esordio ufficiale avvenuto il 6 luglio a Pescara, in un evento che sancì la nascita del movimento di Montezemolo anche in regione, è arrivata in modo corposo e nutrito all’appuntamento di Roma nel quale si è ufficializzata la discesa in campo della formazione del Presidente Montezemolo. Il cammino verso la terza Repubblica dunque, è iniziato; sarà un cammino impegnativo e difficile ma con la convinzione delle idee, con la passione per la rinascita civile, culturale economica e sociale Italia Futura non pone limiti al raccoglimento delle idee che provengono dal basso, per far si che anche coloro i quali non hanno voce, possano far parte del sistema Italia dando il proprio contributo in termini di promulgazione di iniziative, idee e proposte. E allora? “…mettiamoci al lavoro”, ripetono i componenti il gruppo dirigente aquilano, ripetendo la lapidaria frase con la quale Luca Cordero ha chiuso il suo discorso di Roma.

LA MANIFESTAZIONE – Quel “…mettiamoci al lavoro”, è riecheggiato nella sala come un incitamento ai centurioni, un cenno convenzionale per dare alle truppe il segnale convenuto, un’esemplare imperativo deciso e netto ma coniugante entusiasmo e ammirazione allo stesso tempo, l’eco della voce ormai stanca, per l’appassionante entusiasmo nell’incitare concetti e imput, riportava fino in fondo alla sala i decibel sonori delle vibrazioni vocali; essi, avevano solo l’obiettivo di essere raccolti.
E in quell’istante stesso la platea in piedi in un applauso che voleva essere un abbraccio, null’altro. Compostezza ed emozione. Segno evidente di un apprezzamento totale.
Insomma, quella frase con cui Luca Cordero di Montezemolo ha chiuso il suo intervento, durato esattamente 37 minuti e 23 secondi, alla convention di Italia Futura per la presentazione del manifesto, che porta il movimento verso la terza Repubblica, rimarrà scandita nella mente delle oltre 5mila persone che stipavano la sala principale e l’adiacente, dove due giganteschi schermi riportavano fedelmente l’immagine del condottiero sul pulpito.
Aveva aperto le arringhe, non senza un pizzico di tremore, un pezzo della cultura italiana, quell’Edoardo Nesi, scrittore da Premio Strega 2011, che ha scaldato la sala intervallando le sue descrizioni con voce calma e quasi sussurrata ad immagini che apparivano sullo schermo gemello a fianco. “Chi poteva prevedere che il mio successo letterario sarebbe stato figlio del mio fallimento come imprenditore”; una frase che la platea ha recepito in tutta la sua copiosa profondità e sinteticamente descrittiva della autobiografia dell’autore.
Poi lui, Luca, vestito scuro, camicia celeste chiaro ravvivato dal blu elettrico della cravatta e immancabile fazzolettino a triangolo, rigorosamente bianco, nel taschino. Arriva sul pulpito senza fogli in mano. Arringa a braccio il suo popolo Luca, un popolo di cittadini attenti e desiderosi di non stare più a guardare; un popolo con pezzi della società civile, dell’associazionismo e del volontariato.
In prima fila anche pezzi dello Stato e del lavoro, Andrea Riccardi, Ministro per la Cooperazione e l’Integrazione e Raffaele Bonanni, segretario nazionale della CISL.
Un popolo che aspetta di conoscere dal suo protagonista principe di ascoltare le linee guida per poterle condividere prima ed applicarle dopo. Parla a braccio Luca e l’impegno è autentico, la sua mente in parte è anche oltre oceano, in quei momenti, e lui stesso lo dice sorridendo, parlando di squadra, quella del cavallino rampante impegnata nel Gran Premio degli Stati Uniti di Formula Uno, sulla pista di Austin in Texas. Ma il suo innato pragmatismo lo tiene ben saldo nella realtà dell’altra squadra, quella appunto dei 5mila degli Studios di via Tiburtina a Roma, che attendono il suo discorso. Discorso che, dopo appunto 37 minuti e 23 secondi conclude con quella frase netta, schioccante e definitiva, come a voler dare il definitivo segno del “pronti via” alla gente che condivide Italia Futura.
E di gente ce ne era davvero tanta; entusiasta e viva ma con tranquillo presenziare; di tanto in tanto apparivano striscioni con la scritta della regione italiana di riferimento, quasi fosse un evidente pronunciare: “noi ci siamo”, in risposta ad un ipotetico appello vistuale. Quasi 70 pulman arrivati da ogni regione d’Italia, più gli accrediti, hanno formato il grande popolo di Italia Futura. Prima dell’ingresso nelle sale, nella splendida location del giardino degli Studios, baciati da un sole capitolino gradevole e civettuolo, fra i tanti partecipanti con accredito di riconoscimento al collo, si sono visti Santo Versace, deputato ex Pdl e ora del gruppo Misto, il Senatore Mario Baldassarri di Fli e Federico Vecchioni, numero due, (anzi ex), di Italia Futura che, proprio qualche giorno prima dell’evento di Roma, aveva annunciato le sue dimissioni essendo stato iscritto sul registro degli indagati per una vicenda giudiziaria inerente la sua attività professionale. Grande senso della coerenza e di serietà morale, intellettuale e politica la decisione di Vecchioni che, a lavoro da tre anni per arrivare al traguardo di questa convention, applica su se stesso ciò che da sempre, lui stesso e i vertici di Italia Futura asseriscono sulla “incandidabilità degli indagati”. Proprio a Vecchioni abbiamo chiesto:
- Vecchioni, insomma tutto questo che stiamo vedendo oggi qui a Roma è frutto del suo lavoro di Coordinatore nazionale e dei suoi collaboratori che, da tre anni correte in lungo e in largo il Paese per proporre l’idea di Italia Futura sul territorio.
“Bè, si diciamo che oggi è un punto di arrivo e di partenza contemporaneamente; di arrivo poiché da lungo tempo io, insieme a tutti coloro che fanno parte dello staff, ci siamo proposti in decine e decine di incontri su tutto il territorio nazionale per divulgare le proposte e il pensiero di Italia Futura; ma allo stesso tempo di partenza perché da oggi si da il via ad un percorso, spero lunghissimo, di impegno civile per il nostro Paese, per la società produttiva, per la cultura italiana e per la gente senza omissioni di categorie e fasce sociali. Le dimissioni sono state un atto che mi ha dilaniato nell’anima e nel morale, ma ho fatto ciò che era giusto facessi, per essere coerente con ciò che noi pensiamo del codice etico e comportamentale di chi vuole impegnarsi in politica, vale a dire essere liberi da cordoni ombelicali di strascichi giudiziari o pendenti. Questo non vuol dire che il mio impegno verrà meno. Gestirò questo problema e voglio che la magistratura chiarisca totalmente la mia posizione, dopodichè Federico Vecchioni tornerà ad impegnarsi in campo per un’applicazione delle mie competenze ed esperienze per il bene della gente e del nostro Paese”.
I grandi attesi erano Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini ma che comunque avevano già ufficialmente fatto sapere di non presenziare. La cavalcata di Luca è austera e esaustiva, la modulazione della sua voce (su quando deve entusiasmare, pacata e giù quando deve scandire e vuole attenzione), tradisce una sapiente preparazione di un maestro fonico di tutto riguardo. E il risultato è provato.
Durante il discorso, non sono mancati messaggi subliminali, chiamata a raccolta e stoccate precise come fendenti. Gli applausi si ripetono spessissimo durante l’excursus del discorso che intorno ai 25 minuti comincia a far notare un condottiero affaticato e stanco. Spesso ricorre a gesti di rilassamento come la mano che riavvia i capelli come a voler respirare oppure le dita intorno la bocca per alleviare la mancanza di salivazione. Solerte, una hostess in tailleur blu, per due volte si avvicina al Presidente e gli porge un bicchiere d’acqua. Lui ringrazia e chiede scusa alla bella ragazza, ma il secondo lo rifiuta. E continua. Si capisce che ci avvicianiamo al termine; ancora qualche affondo:
“Siamo qui perché ciascuno di noi, nel corso di questi vent’anni perduti, ha, almeno una volta, provato vergogna per essere italiano e perché nessuno di noi vuole, mai più, ripeto, mai più provare questo sentimento. Mai più accetteremo di vedere l’Italia derisa e disonorata”.
Poi le conclusioni fino ad arrivare allo storico “…mettiamoci al lavoro”. Quasi 35 secondi di applauso sanciscono non tanto un complimentarsi con il condottiero, ma quanto l’essere d’accordo sulle linee guida dettate e sulle quali …mettersi al lavoro.
E l’Abruzzo? L’Abruzzo ha risposto nella maniera più proponibile e appassionata possibile; con a capo il Presidente regionale Giulio Cesare Sottanelli, membri del Direttivo regionale, i Responsabili Territoriali di tutte le province, iscritti ed aderenti hanno partecipato alla convention arrivati da ogni angolo della regione. Di questo si è rallegrato, oltre che l’intero il management di Italia Futura facendo plauso all’impegno e allo spirito di appartenenza abruzzese, proprio uno degli ospiti di punta della convention quel Raffaele Bonanni, segretario nazionale della CISL e abruzzese verace il quale, a fine evento, ha avuto modo nei saluti privati, di scambiare simpaticamente anche qualche battuta di saluto in abruzzese con i corregionali. Ha spiccato L’Aquila che, con uno striscione sobrio ma incisivo, ha richiesto in modo silenzioso ma evidente un impegno per ricostruire l’Italia e ricostruire L’Aquila.
Il cammino verso la terza Repubblica dunque, è iniziato; sarà un cammino impegnativo e difficile ma con la convinzione delle idee, con la passione per la rinascita civile, culturale economica e sociale Italia Futura non pone limiti al raccoglimento delle idee che provengono dal basso, per far si che anche coloro i quali non hanno voce, possano far parte del sistema Italia dando il proprio contributo in termini di promulgazione di iniziative, idee e proposte.
E allora? Mettiamoci al lavoro.


19 Novembre 2012

Categoria : Politica
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.