Cifone su aziendalizzazione Medicina
L’Aquila – La Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Aquila, Prof. Maria Grazia Cifone, esprime compiacimento per quanto riportato dagli articoli pubblicati sui quotidiani regionali in data 11 settembre relativi alla richiesta forte della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Chieti di riprendere l’iter dell’aziendalizzazione sospeso per il terremoto. “Finalmente – dice una sua nota – anche la Facoltà di Medicina di Chieti manifesta la propria volontà di portare a termine questo processo previsto da leggi nazionali e regionali e rinviato di anno in anno per motivi oggettivamente deboli e non condivisibili. La Prof. Cifone non può che ribadire le pressanti richieste che la Facoltà di Medicina aquilana sostenuta fortemente, in ogni occasione dal Rettore di Orio, ha avanzato negli ultimi anni a tutti gli organi competenti, dal Ministero della Salute alla Regione, dagli enti locali, Provincia e Comune alla ASL di riferimento”. “E’ fondamentale – sostiene la Preside – che le le due Università di Chieti/Pescara e dell’Aquila lavorino in piena sintonia e sinergia in questo delicato momento, nell’interesse del Sistema Universitario Abruzzese e dell’intera Regione Abruzzo. La nostra Facoltà ha sempre avuto una posizione molto chiara più volte manifestata con forza sia attraverso la stampa sia con documenti ufficiali tesi a denunciare una situazione non più sostenibile e del tutto anomala rispetto al panorama nazionale! Non abbiamo perso mai l’occasione di ribadire la nostra volontà di garantire ai nostri studenti e ai nostri docenti il rispetto dei rispettivi diritti, ovvero, rispettivamente, una FORMAZIONE in ambito sanitario adeguata agli standard e requisiti richiesti dalle normative vigenti e il DIRITTO di svolgere un’attività assistenziale inscindibilmente legata alla didattica nei settori clinici e professionalizzanti. Ecco perché, anche nell’ultima seduta di Consiglio di Facoltà, l’8 settembre u.s., la Facoltà ha approvato all’unanimità un documento (qui di seguito integralmente riportato) teso a ribadire ancora una volta la esigenza oggettiva, fondata, motivata e sostenuta da tutte le leggi vigenti, di completare l’aziendalizzazione dell’Ospedale S. Salvatore senza quale la Facoltà Medica Aquilana non avrebbe più i requisiti di legge, per cui potrebbe essere messa in discussione la sua stessa sussistenza. Mi chiedo se è questo quello che vogliono gli Aquilani. Mi chiedo se è questo quello che vuole la nostra Città e la nostra Provincia! L’attrattività della nostra Facoltà ha superato il dramma del terremoto come dimostrano i numeri di concorrenti che hanno partecipato ai nostri concorsi di ammissione: quasi 1000 a Medicina, 410 a Odontoiatria e quasi 2000 per i Corsi di Laurea triennali! Sono numeri che non hanno bisogno di commenti. La Facoltà medica dell’Università dell’Aquila continuerà a lavorare per la sua Città, per la sua Provincia, per la sua Regione ma non può essere lasciata sola!” (Nella foto:<strong> Maria Grazia Cifone)
DOCUMENTO 8 SETTEMBRE
L’8 settembre il consiglio di facoltà approvò il seguente documento: “Nell’imminenza dell’avvio del nuovo Anno Accademico, il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila si impegna in una doverosa riflessione sulla sua presenza accademica e sulle future prospettive di sviluppo.
L’anno in corso segnerà per sempre la storia del nostro Ateneo, per la partecipazione alla grandi sofferenze di tutta la popolazione aquilana, e nella memoria degli studenti universitari vittime dell’immane tragedia del terremoto del 6 Aprile.
Pur nell’inestinguibile dolore per quanto è accaduto, il C.d.F. registra con orgoglio la forza di reazione dimostrata da tutte le componenti del mondo universitario, ed innanzitutto dagli organismi di “governance”, dalla Preside di Facoltà e dal Magnifico Rettore.
Per la Facoltà di Medicina e Chirurgia il risultato tangibile di iniziative poste in essere con tempestività, coerenza e decisione è il mantenimento di un’offerta formativa fatta di 21 Corsi di Studio e di 43 Scuole di Specializzazione, obiettivo che appariva niente affatto scontato per una istituzione duramente provata da una tragedia epocale e che si doveva confrontare con una rivoluzione degli ordinamenti didattici basata su criteri e requisiti ancor più rigidi che in passato.
Al di là della legittima soddisfazione per il lavoro svolto, il C.d.F. identifica il più bel segnale di speranza nella grande, e per qualcuno inattesa, risposta fornita dalle migliaia di studenti neo-diplomati che hanno partecipato, nella sede dell’Aquila, ai concorsi di ammissione per Medicina e Chirurgia, per Odontoiatria e per l’insieme delle Professioni Sanitarie: indubbiamente, si è di fronte ad un attestato di stima e di fiducia che travalica ogni considerazione razionale, che commuove e che fornisce motivazioni invincibili a tutti coloro che credono nel valore sociale dell’alta formazione universitaria.
Oggi più che mai, dunque, l’intera Facoltà di Medicina e Chirurgia intende corrispondere alle aspettative di tutti coloro che ad essa si rivolgono per trovare le migliori risposte in ambito didattico, scientifico e clinico-assistenziale.
Per una progettualità così complessa e multiforme, la Facoltà Medica non può prescindere da un legame ed una sinergia con le entità politico-istituzionali del territorio. a partire dalla Regione Abruzzo, cui la riforma costituzionale affida poteri di indirizzo, di gestione e di controllo in campo sanitario.
Per l’assolvimento dei compiti clinico-assistenziali delle Facoltà di Medicina, la Legge 517/99 ha individuato nelle Aziende ospedaliero-universitarie un preciso strumento di integrazione operativa con il Sistema Sanitario e tutte le regioni italiane, con l’eccezione dell’Abruzzo, hanno da tempo recepito lo spirito e la lettera di questa importante innovazione attraverso sperimentazioni, aggiustamenti e verifiche che, in molte realtà, fanno oggi delle Aziende miste i presidi di eccellenza dei relativi SSR.
In Abruzzo, caso unico nel panorama nazionale, la Regione ha scelto finora di affondare la Legge 517 sotto una cascata di ritardi, di rinvii, di tatticismi procedurali ed il risultato, sotto gli occhi di tutti, è quello di un sistema sanitario al collasso, che viene additato come esempio di spreco e di inefficienza, con una rete ospedaliera pletorica oltre ogni immaginazione, ed un commissariamento in atto che non sembra riuscire a scongiurare il rischio incombente della definitiva bancarotta finanziaria.
Con il 1 Gennaio 2010 sembrava essersi finalmente completato l’iter di attivazione delle Aziende Integrate dell’Aquila e di Chieti, così come tracciato irreversibilmente dal DPCM del 2004 del secondo governo Berlusconi, recepito con Legge Regionale di gennaio 2005 ed inserito nell’ultimo Piano Sanitario della Regione Abruzzo, ma forse così non è se dovesse divenire realtà quanto riportato da molti organi di stampa in merito ad un presunto ripensamento della Regione, nella persona dell’Assessore alla Sanità Venturoni.
In tali dichiarazioni, infatti, si minaccia il rinvio “di anni” delle Aziende ospedaliero-universitarie dell’Aquila e di Chieti, basato sul pretesto di un decreto di sospensione legato all’emergenza sismica, e motivato da una presunta insostenibilità economica delle Aziende.
Il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila, in primo luogo, respinge metodi che spostano il confronto istituzionale sul terreno dei proclami e delle anticipazioni diffuse a mezzo stampa; in tal senso richiama il livello politico ad un’assunzione di responsabilità diretta e trasparente, reiterando l’invito a dialogare sull’adozione di provvedimenti concreti che pongano le basi per l’immediata attuazione della legge regionale costitutiva delle Aziende Integrate, rivolgendo lo stesso appello al Dr. Filippo Palumbo, autorevole rappresentante del Ministero del Welfare e membro della cosiddetta “cabina di regia” preposta alla riforma della sanità abruzzese, che già 2 anni orsono ha richiamato la Regione Abruzzo al rispetto del dettato legislativo.
Nel merito della questione, il C.d.F. fa proprie le parole del Magnifico Rettore di Orio laddove dichiara: “Non è comprensibile, né intellettualmente onesto, ripensare una decisione strategica, e vitale per il sistema sanitario ed universitario della nostra Regione, sulla base di una decretazione strettamente legata all’emergenza sismica; il valore di quel decreto decade nel momento stesso in cui si ripristinano, come tutti noi speriamo, condizioni di vita, di studio, di lavoro e di progettualità degne di una Città, e di una Regione, che hanno tutto il diritto di riprendere a vivere e, perché no, a svilupparsi. E’ singolare, inoltre, che la sospensione sia temporanea per tutti gli atti legislativi adottati dalla Regione, ma venga intesa come pressoché definitiva, o quanto meno indefinita nei suoi termini, per l’attivazione delle Aziende Integrate. Inoltre, non ci convincono le motivazioni addotte dall’Assessore sulla presunta inadeguatezza della struttura ospedaliera dell’Aquila. Invitiamo l’Assessore ad un confronto chiaro ed esplicito, pronti a dimostrare come le attuali quote di finanziamento del sistema ospedaliero abruzzese siano più che idonee a sostenere la piena attivazione delle Aziende Integrate”.
Il Consiglio sottolinea, infine, come ogni programma di razionalizzazione del sistema sanitario abruzzese, a partire dalla modifica del numero della ASL e dalla riqualificazione delle singole realtà ospedaliere del territorio regionale, resterebbe lettera morta senza l’incardinamento organico nel sistema delle due realtà universitarie dell’Aquila e di Chieti: se davvero il sistema universitario deve rappresentare il volano dello sviluppo, come tutti in regione si affannano a dire, è inimmaginabile respingerlo ai margini nel momento in cui si assumono decisioni strategiche sulla politica sanitaria.
Il C.d.F. di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Aquila esprime all’unanimità la convinta determinazione a non assistere indifferente all’ennesimo, immotivato, rinvio dell’attuazione delle Aziende Ospedaliere Integrate ed invita gli organismi dirigenti di Facoltà e di Ateneo a mettere in atto, anche in cooperazione con l’Università di Chieti, ogni azione volta a scongiurare una simile eventualità”.
Non c'è ancora nessun commento.